Coronavirus, Flcams Fisascat Uiltuics lanciano l’allarme
Nessuno o quasi li considera, eppure vivono l’emergenza coronavirus in prima linea. Sono gli operatori delle pulizie, delle mense, della vigilanza e dei servizi ausiliari che garantiscono quotidianamente il funzionamento delle strutture sanitarie della regione, “spesso costretti ad acquistare personalmente i dispositivi di sanificazione e protezione individuale”, accusano i sindacati di categoria Filcams, Fisascat e Uiltucs che nei giorni scorsi hanno sollecitato con varie missive le aziende sanitarie e le ditte dei servizi esternalizzati a fornire i dispositivi di protezione necessari ai lavoratori e ad applicare le disposizioni contenute nel protocollo sulla sicurezza siglato da governo e parti sociali il 14 marzo scorso.
“È francamente inaccettabile che chi lavora in situazioni a rischio come gli ospedali, che si stanno rivelando tra i principali vettori del contagio, debba portarsi la mascherina o il disinfettante per le mani da casa”, accusano Michele Sannazzaro, Emanuela Sardone e Donato Rosa che parlano di “situazione allarmante”.
Per i tre sindacalisti “il sistema sanitario lucano si sta dimostrando debole e impreparato nella gestione dell’emergenza, incapace di garantire finanche l’incolumità fisica e la salute sia del personale sanitario che degli addetti ai servizi. Domina l’improvvisazione e non c’è raccordo tra le aziende sanitarie e le ditte esternalizzate. Più volte – dicono – abbiamo scritto alle direzioni degli ospedali, delle aziende sanitarie e alla stessa Regione Basilicata per denunciare questa situazione di caos organizzativo che rischia di trasformare le strutture sanitarie in pericolosi focolai”.
Filcams, Fisascat e Uiltucs, nel ringraziare tutti i lavoratori dei servizi “per l’impegno profuso in questi giorni difficili”, chiedono che “al personale delle aziende esternalizzate che operano nelle strutture sanitarie di ogni titolo e grado siano consegnati con la massima urgenza i kit con i dispositivi di protezione individuale e che siano effettuati i tamponi agli addetti che hanno operato in ambienti o con persone che risultate positive al coronavirus”.