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Coronavirus, De Bonis: “Fermare le speculazioni e sostenere gli allevatori del made in Italy”

“La crisi che stiamo attraversando acquisisce ogni giorno di più, oltre al carattere sanitario, una valenza economica che tocca ogni settore della nostra economia. Nonostante il settore agricolo-zootecnico continui ad assolvere la sua importante funzione, indispensabile al sostentamento della popolazione, non è immune da fenomeni che ne compromettono seriamente le attività. Di questa sofferenza i rappresentanti del governo devono farsi carico con urgenza. Ho presentato un’interrogazione alla Ministra Bellanova per sollecitare un’azione volta al ristoro di allevatori e aziende agricole”.

Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, che ha presentato un’interrogazione alla Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova.    

“In particolare, nel mercato lattiero-caseario – spiega De Bonis – si stanno verificando strani fatti: a fronte di un aumento consistente dei consumi del latte e dei suoi derivati, gli allevatori ricevono continue richieste di decurtazione dei prezzi. Non possiamo non sospettare la presenza di gravi attività speculative. È intollerabile che i grossi caseifici non vogliano ridurre l’import (importiamo quasi 6 milioni di litri di latte e cagliata dall’estero) per non correre il rischio di perdere le forniture in futuro, mentre alcune aziende di trasformazione cercano di tagliare i compensi riconosciuti agli allevatori con la scusa della sovrapproduzione”.

“Bisogna intervenire tempestivamente – conclude il senatore – per evitare le speculazioni, la contrazione della produzione e quindi il tracollo dell’intero settore zootecnico italiano.  È necessario che vengano rispettati i tempi di pagamento, in modo da essere davvero di aiuto a tutti i produttori. È inoltre opportuno che nei Decreti legge vengano inserite misure ad hoc nei confronti delle aziende agricole ed in via prioritaria per tutte le partite Iva italiane che soffrono. Molte delle nostre aziende infatti sono a conduzione familiare e in questo momento hanno ancora più difficoltà con le banche: evitiamo di destinare risorse per le imprese estere in Tunisia o altrove.  Dobbiamo agire al più presto per fermare questa ingiustizia verso un settore che oggi è più che mai vitale per tutti noi e per la nostra economia”.

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