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Una Fondazione per ricordare la figura di Emilio Colombo

Presto ci incontreremo nuovamente, sicuramente diversi, ma anche in questi momenti siamo vicini perché l’essenza dell’incontro è fatta di emozioni, discussioni e idee che uniscono gli operatori della cultura e del sociale e pubblico in una comunità importante nella vita della nostra città e regione ed è bene continuare anche a distanza, i mezzi tecnologici non ci mancano. Per questo continuiamo a immaginare e raccontarci, per essere davvero una comunità. Per tal motivo mi ha fatto immenso piacere ricevere oggi la telefonata di un caro amico di Potenza e ricordare brevemente insieme a lui Emilio Colombo, che l’11 aprile di cento anni fa nasceva a Potenza e giovanissimo “volerà alto”,
come pronosticò Papa Pacelli. Ho sentito al telefono un altro amico e con lui ho ricordato quando il 12 marzo 2019 fui invitato ad accreditarmi presso il Senato per partecipare alle celebrazioni del centenario della nascita di Carlo Donat-Cattin, organizzato dalla Fondazione a lui dedicata, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e di quello del Senato, Maria Elisabetta Casellati. Fu ricordato il “ministro dei lavoratori” che ha dimostrato un profondo senso dello Stato unito alla fedeltà alle sue radici cristiane. Domani sarà ricordata un’altra grande donna della storia
repubblicana italiana, Nilde Iotti, nata cento anni fa, esattamente un giorno prima di un altro costituente, Emilio Colombo. Tranne “La Scaletta” di Matera e il “Circolo Spaventa Filippi” di Potenza, che hanno costituito un Comitato promotore per celebrare il centenario della nascita di
Emilio Colombo (1920 – 2020), nessun’altra istituzione ha organizzato alcunché per ricordare il Presidente Colombo. Al leader democristiano lucano, riconosciuto a livello internazionale, deve essere intitolata una Fondazione, che persegua finalità di pubblica utilità nei settori dello studio, della ricerca e della formazione con particolare riguardo alla figura del parlamentare italiano ed europeo, Ministro e Presidente del Consiglio dei Ministri, anche promuovendo studi, ricerche, dibattiti e iniziative sulle tematiche dello sviluppo della società italiana, lucana e della realizzazione dell’Unione Europea. Colombo in occasione dei suoi novant’anni disse che occorreva “saper chiamare i giovani ad animarsi con una passione politica, dietro la quale.. vi siano dei grandi ideali”. Adesso che i giovani si allontanano dalla politica e ritengono di dover sempre delegare agli altri l’amministrazione della cosa pubblica, è necessario fare vivere nella società il senso della politica e lo stile di Emilio Colombo: eleganza, gentilezza, facilità di rapporto con chiunque (era facile vederlo parlare con contadini lucani che lo avevano conosciuto giovanissimo come se si fossero visti spesso), capacità di capire, spesso anticipare e controllare i processi politici. Per questo va ricordato, per quello che ha fatto per la sua terra, per l’Italia e per l’Europa. L’11 aprile è già arrivato e la pandemia non permette di ricordarlo degnamente. Sperando di scrollarci presto di dosso il Covid19, alcune altre date altrettanto importanti mi sento di azzardarle affinchè lo statista lucano sia degnamente ricordato dal suo popolo, senza preconcetti: cinquant’anni fa, il 25 luglio 1970 Colombo diventa Presidente del Consiglio dei Ministri; il 28 agosto del 1970 Colombo fa la sua prima visita in Basilicata come terzo Capo del Governo che visita la nostra regione, dopo Zanardelli e De Gasperi: un lucano profondamente legato alla sua terra e che ne segnò una straordinaria pagina di sviluppo. Qualche anno fa in una delle sue ultime interviste, Colombo disse una frase di grande attualità in questi giorni in cui l’Unione Europea sta affrontando la crisi sanitaria ed economica: “
Non si può vivere solo di austerità, i popoli si guidano anche con la speranza nel futuro.
Dobbiamo andare avanti con l’unità europea. Si può forse avere ora la speranza di andare avanti lungo gli ideali che sono stati di De Gasperi e miei? Se fosse così sarebbe un momento importante”.
                                                                                   
                                                                                              Pierluigi Diso

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