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5G, nota di De Bonis e Martelli

“Come spesso accade in Italia, la questione del 5G è stata relegata a una scaramuccia da pasdaran dell’ambiente, e si sono anche verificati gravi casi di censura verso giornalisti che mettevano in evidenza i rischi di varia natura correlati allo sviluppo di questa tecnologia, mentre la stampa ufficiale sembra allinearsi con la versione dominante. Nel frattempo, nonostante i vuoti proclami sull’economia green, si continuano ad abbattere alberi in diverse città per non intralciare le antenne 5G. Tutto questo è inaccettabile e non intendiamo arretrare di un passo in questa battaglia. Per questo motivo ho presentato, assieme al senatore Martelli, una nuova interrogazione ai Ministri Costa e Speranza per chiedere che si presti la dovuta attenzione agli studi di numerosi e autorevoli scienziati in tutto il mondo circa la dannosità della tecnologia 5G e che si dia priorità alla tutela della salute umana e dell’ambiente, i quali sono valori di rilievo costituzionale. Peraltro, vorrei ricordare al governo che il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (art. 168) stabilisce che la responsabilità primaria di proteggere la popolazione dai potenziali effetti nocivi dei campi elettromagnetici appartiene agli Stati membri. Evidentemente questa emergenza non ci sta insegnando nulla, sebbene vi siano fortissimi indizi che il salto di specie da cui originano questi nuovi virus sia favorito da un forte squilibrio ambientale che noi esseri umani continuiamo ad alimentare con pratiche scellerate, tra cui appunto l’inquinamento atmosferico ed elettromagnetico”.

 

Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, primo firmatario dell’interrogazione presentata, assieme al senatore Carlo Martelli, ai ministri dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e della Salute in merito allo sviluppo della tecnologia 5G. L’interrogazione è consultabile a questo link: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1150182/index.html

 

“L’evidenza che radiazioni a radiofrequenza (RF) a determinate potenze creano conseguenze biologiche e sanitarie è schiacciante”, dichiarano i senatori De Bonis e Martelli nell’interrogazione. Tra l’altro, già nel 2015 “scienziati di 41 Paesi, tra cui l’Italia, hanno comunicato il loro allarme alle Nazioni Unite e all’Organizzazione mondiale della sanità. Più di 10.000 studi scientifici sottoposti a peer review dimostrano danni alla salute umana derivanti dalle radiazioni RF. Questi scienziati hanno rivolto un appello all’Europa per chiedere il blocco della tecnologia 5G, a causa delle crescenti preoccupazioni per l’aumento delle radiazioni da radiofrequenza e dei relativi rischi per la salute cui sono sottoposti i cittadini europei”.

Avendo preso sul serio questo allarme – si legge nell’interrogazione –, “257 Comuni d’Italia sono ufficialmente ‘stop 5G’, 120 sindaci hanno emanato ordinanze per bloccare ogni sperimentazione vietando l’installazione di antenne e ripetitori in nome del principio di precauzione e 2 regioni hanno approvato mozioni per la precauzione”.

 

“Questa scelta di buon senso – concludono – dovrebbe essere accolta anche dal Governo, invece di inseguire un malinteso progresso che in realtà fa più danni, anche economici, che altro. L’EEA stima che il danno economico causato dall’inquinamento oscilla in Italia tra i 47 e i 142 miliardi di euro, e a livello europeo addirittura tra i 330 e i 940 miliardi. Di questo passo i grandiosi progetti del Green New Deal rimarranno solo parole vuote, e dovremo prepararci a crisi anche peggiori di quelle del coronavirus”. 

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