Puglia, in arrivo fondi per il settore olivicolo grazie al Piano di Rigenerazione
“Eravamo gli unici, in sede di audizione, a chiedere l’utilizzo di parte delle risorse del Piano di Rigenerazione Olivicola sulla Misura 4.1.C, in modo da aiutare gli olivicoltori che hanno sostenuto pese e perdite straordinarie e pesantissime a causa della Xylella. Siamo contenti che altre organizzazioni, dopo il nostro appello, si siano accodate a quella richiesta”. Parole di Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori della Puglia.
Carrabba ha denunciato la situazione degli olivicoltori pugliesi, alle prese con uno stato di forte prostrazione dal punto di vista economico e psicologico. “In 7 anni, vale a dire da quando è scoppiato il bubbone della Xylella fastidiosa, migliaia di aziende olivicole di ogni dimensione hanno dovuto fare fronte da una parte alla riduzione dei loro redditi, se non all’azzeramento, e dall’altra a cospicue spese suppletive dovute alla obbligatorietà dei trattamenti. – ha detto Carrabba – Il Piano di Rigenerazione Olivicola serve, per l’appunto, a “rigenerare” un settore che ha mille problemi da affrontare, oltre alla Xylella. Occorre favorire realmente le aggregazioni, in modo da aumentare il potere contrattuale dei produttori e dare loro l’opportunità di essere più forti anche nell’innovazione, la ricerca, l’internazionalizzazione, l’asset strategico della qualità totale e della commercializzazione. La partita da giocare è lunga e non è legata solo al superamento della fase emergenziale, ma a un totale rinnovamento e ammodernamento del settore, così che l’olivicoltura torni a essere quello che è stata per decenni, una leva di reddito e di lavoro per migliaia di imprenditori e di lavoratori in tutta la Puglia”, ha dichiarato il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. La Misura 4.1.C è destinata al Sostegno per investimenti per la redditività, competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole della zona infetta. La dotazione finanziaria di quella misura è evidentemente insufficiente, se si pensa che oltre 500 aziende sono rimaste fuori dal plafond dei 32 milioni di euro impegnati”.