Cgil Matera: Emergenza Coronavirus e situazione migranti
Cgil – Cisl – Uil della provincia di Matera, gli Enti Gestori dei CAS – Polis (Marconia e La Martella – Matera, La Mimosa (Grassano), Arci Ferrandina e l’Associazione Loe di Matera, esprimono preoccupazione per la critica condizioni in cui si trovano i numerosi migranti presenti nel Metapontino, aggravata anche dall’emergenza Covid-19, che imporrebbe misure adeguate e puntuali per evitare il rischio di contagio a garanzia della salute individuale e pubblica che avrebbe, nella fase acuta dell’epidemia necessità di essere maggiormente sostenuta.
A tal proposito, si fa presente che, nella fase di lockdown, le misure di intervento igienico-sanitario (le informazioni comportamentali, i dispositivi individuali, gli interventi medico-sanitari, supporti psicologici, ecc.) per i migranti presenti nei centri CAS e nei Centri di accoglienza di Serra Marina e Scanzano Jonico sono state a totale carico degli Enti e Associazioni che, in solitudine e in presenza, nel primo caso, di ristrettezze economiche e, nel secondo, di assenza totale di contributi, hanno sopportato un impegno straordinario per evitare l’insorgenza di possibili focolai da COVID – 19 all’interno della complessa e delicata situazione dei migranti presenti sul territorio della provincia di Matera ed in tutta la Basilicata.
Un’attività suppletiva da parte degli enti e delle associazioni che sta mettendo a dura prova le strutture, i lavoratori, i volontari e la tenuta economica che se non trova sostegno adeguato rischia di non poter rispondere pienamente ai bisogni individuali ed alla delicata situazione organizzativa e igienico – sanitaria.
Una grave sottovalutazione che, di fronte all’emergenza Covid–19 ancora in atto, potrebbe avere un alto prezzo individuale e collettivo in considerazione anche della notevole presenza di migranti nel nostro territorio, caratterizzata da richiedenti asilo ospitati nei CAS, ma anche e soprattutto da braccianti stranieri in regola con il permesso di soggiorno, o in attesa di regolarizzazione che, in seguito dello sgombero della “Felandina”, si sono organizzati in gruppi informali dislocati sull’intero territorio del Metapontino.
Un fenomeno trascurato nonostante la Regione Basilicata, grazie al sostegno dei 25.000 residenti stranieri e ai circa 45.000 lavoratori e lavoratrici stagionali, impegnati nel lavoro della cura, nei servizi e soprattutto nel settore zootecnico e agricolo del meta pontino, riceve importanti ricadute e vantaggi sul sistema economico e sociale.
Particolarmente rilevante risulta il contributo offerto dai migranti nell’agricoltura intensiva del meta pontino che, in questo momento emergenziale, rischia di avere notevoli ripercussioni per effetto della mancanza di manodopera stagionale che non garantirebbe la raccolta.
In tal senso, l’organizzazione di un sistema di servizi e della logistica adeguata, insieme agli interventi sul mercato del lavoro finalizzati al contrasto del “caporalato” anche attraverso la regolarizzazione, la stabilizzazione e la contrattualizzazione dei lavoratori, avrebbe delle ricadute positive su un settore strategico qual è l’agricoltura.
Proposte che sono state già avanzate e condivise ai tavoli provinciali e regionali per combattere il caporalato attraverso azioni e misure progettuali finalizzate alla creazione di posti letto, all’attivazione dei servizi di trasporto e di uno sportello dedicato del Centro dell’Impiego, la realizzazione di un presidio sanitario dedicato dell’Asm nell’area metapontina, affinché il sistema dell’accoglienza in Basilicata ed in particolare nel Metapontino, si strutturi adeguatamente per rispondere ai bisogni individuali e supporti l’azione degli Enti e Associazioni.
Pertanto, le OO.SS. e le Cooperative, Enti e Associazioni chiedono alla Regione Basilicata di sbloccare l’inerzia progettuale ed operativa sull’accoglienza dei migranti e metta in atto misure ed interventi specifici, quali:
- la predisposizione di misure che metta in condizione di sicurezza igienico-sanitarie tutto il complesso mondo dei migranti, formale ed informale, organizzando e programmando interventi specifici per la sicurezza, coinvolgendo le strutture della sanità pubblica e coinvolgendo le organizzazioni non governative impegnate nel campo sanitario internazionale in applicazione delle disposizioni normative, legislative e dei protocolli riguardanti la sicurezza generale e la sicurezza del mondo del lavoro;
- provvedere urgentemente all’allestimento di strutture di emergenza per l’alloggio temporaneo dei braccianti stranieri che si muoveranno nei territori della regione Basilicata per la raccolta nei mesi estivi. Con l’avvicinarsi della raccolta del pomodoro il numero dei braccianti stranieri aumeterà in maniera esponenziale con il rischio di ricreare “ghetti” come quello della Felandina;
- l’attivazione concreta delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi rientranti nell’ambito del Progetto SUPREME-PIU, già presentato al ministero del lavoro dalla Regione Basilicata e concordato negli appositi Tavoli presso le Prefetture di Matera e Potenza che prevede interventi sulla logistica, sul trasporto, sulla formazione, ecc.
- ulteriore sostegno ai CAS che con l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza del 18 ottobre 2018, hanno subito la riduzione sostanziale della quota destinata alla spesa per l’accoglienza per mantenere gli standard adeguati alle necessità richieste;
- supporto e riconoscimento per le attività di volontariato svolte dagli Enti religiosi nei centri di accoglienza e dalle associazioni impegnate nelle azioni di informazione e di prima assistenza sanitaria sia nei centri di accoglienza che nelle aggregazioni informali;
- l’emanazione di avvisi e bandi per sostenere i centri di accoglienza dei lavoratori stagionali;
- nei confronti istituzionali con il Governo promuovere e sostenere azioni legislative finalizzate alla regolarizzazione degli immigrati senza permesso di soggiorno presenti sul territorio nazionale e regionale che avrebbe un’importante valenza plurima: riduzione del rischio contagio Covid – 19, contrasto al lavoro nero, accesso al sistema delle tutele e degli ammortizzatori sociali alle persone impegnate nelle attività lavorative sommerse.
Infine, le sottofirmatarie sigle sindacali, enti, associazioni e cooperative, nel ribadire l’estrema condizione di precarietà in cui versa il mondo dell’immigrazione regolare e irregolare nel territorio provinciale di Matera ed in particolare nel Metapontino e nel sottolineare che, nei prossimi giorni, la necessità di manodopera in agricoltura porterà ulteriori presenze che aggraverà ulteriormente la situazione, CHIEDONO un incontro urgente per approfondire la condizione in essere e individuare le azioni concrete da mettere in campo con immediatezza.
Eustachio Nicoletti – Cgil, Giuseppe Amatulli – Cisl, Bruno Di Cuia – Uil