Polizia Penitenziaria di borgo San Nicola Lecce: si astiene spontaneamente dalla mensa in segno di vicinanza ai colleghi di Santa Maria Capua a Vetere (CE)
Succede oggi, a Lecce, che i colleghi della Polizia Penitenziaria effettivi presso la Casa Circondariale del capoluogo salentino si uniscano e decidano di manifestare, rinunciando allo spettante pasto distribuito dalla Mensa di Servizio previsto per chi in servizio. Tutto questo in segno di solidarietà verso i colleghi effettivi presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere e per dimostrare loro la propria vicinanza e il proprio disprezzo e disappunto per quanto accaduto l’11 giugno 2020, la scorsa notte e ancora quanto accade in queste ore presso la sede Casertana.
“E’ il minimo che si possa fare” replicano i colleghi ammassati all’esterno della mensa di servizio della Casa Circondariale di Lecce, ognuno esprime ciò che sente e noi non possiamo che farcene portavoce. dice: “il personale Visto che non ci è dato modo di manifestate in pubblico il nostro malcontento, il messaggio che vogliamo trasmettere alle autorità è che siamo stanchi di essere considerati noi carnefici, aguzzini, torturatori e perfino corrotti e peggio dei delinquenti…….” ” oramai siamo un corpo di Polizia dello stato alla deriva messo alla gogna proprio da chi ci dovrebbe tutelare, dopo tutti i sacrifici, gli interventi di repressione dei disordini, i turni massacranti del periodo Covid-19, le minacce e le aggressioni ricevute da parte dei detenuti e tutto quanto quotidianamente siamo portati a compiere”. “Vogliamo capire cosa hanno intenzione di farci diventare i vertici dell’amministrazione penitenziaria, probabilmente intendono convertirci e fare di noi addetti all’area educativa, conducendoci magari un giorno a svestire la nostra divisa ed indossare un camice bianco per evitare di incutere timore all’utenza”. ” Devono capire che non siamo noi ‘Caino’!
” Noi hanno prestato giuramento davanti alla bandiera italiana, molti di noi più di trenta anni fa, quando l’attuale ministro della giustizia probabilmente ancora giocava spensierato a mosca cieca nel cortile di casa sua e in questi ultimi anni abbiamo assistito ad una serie di cambiamenti che hanno portato la polizia penitenziaria (ex glorioso corpo degli agenti di custodia) al declino più totale. C’è la necessita di invertire il senso di marcia o presto nelle carceri dovranno impiegare l’esercito italiano”.
C’è tanta rabbia nelle parole dei colleghi, sfoghi personali che nessuno ascolta ne può ascoltare, il Poliziotto Penitenziario rispetta il proprio lavoro, la propria divisa, rispetta la legge la fa innanzitutto rispettare, senza commettere abusi, “dice” non siamo aguzzini anzi, proprio gli utenti in più occasioni, ci riconoscono la nostra innata umanità. Per l’orgoglio di umili servitori dello STATO, che non spiffera ai quattro venti la sua rabbia per quanto costretto a sopportare.
“Continua“ Speriamo, solo che con il nostro contributo le voci e i pensieri di queste persone, donne e uomini, possano arrivare dove qualcuno, chiunque, le possa SENTIRE e ribadiamo “sentire” e non “ascoltare” perché c’è bisogno che arrivino ai cuori e non solo alle orecchie.
Ci auguriamo che anche altre strutture del distretto avviino lo stesso percorso da veri eroi in silenzio figli ormai di nessuno.
La segreteria Regionale Uspp
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