Il movimento di Pino Aprile mette sotto accusa le Ferrovie
“Chi va piano va sano e va lontano”, ma non è sempre vero, soprattutto quando si va a rilento praticamente da sempre. E’ la condizione in cui versano i trasporti ferroviari nel Mezzogiorno di Italia, dove non esiste l’Alta Velocità, ma l’altra velocità. A dirlo, a gran voce, il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, fondato un anno fa da Pino Aprile, giornalista e scrittore, noto meridionalista, proprio in Basilicata, nel parco della Grancia.
“Con questa iniziativa – dice Pino Aprile – abbiamo voluto rendere evidente l’insopportabile iniquità che esiste in nel nostro paese nel campo dei trasporti. Nel 2020, al nord si impiegano meno di tre ore per fare 750 Km mentre al Sud, come in Sicilia succede che per fare 300 Km., con l’unico treno giornaliero che parte alle quattro di mattina occorrono tredici ore tempo, senza dimenticare che a Matera, capitale europea della cultura, il treno non è mai arrivato”.
L’originale manifestazione di denuncia e sensibilizzazione organizzata da M24A-ET, è partita da Reggio Calabria e di sabato in sabato, gli attivisti e i simpatizzanti del Movimento, stanno letteralmente risalendo lo Stivale, toccando le diverse località tagliate fuori da un servizio che altrove è presente e funziona. Vibo Valentia, Pizzo Calabro, Lamezia, Paola e, questa settimana, la carovana di protesta è giunta in Basilicata, a Maratea per l’esattezza, dove è stata accolta da una nutrita delegazione di aderenti al Movimento, guidata dal Referente regionale, Nicola Manfredelli.
Un flashmob per sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche che coinvolgono tutti e che è possibile riassumere in pochi punti:
1) consentire ai treni di viaggiare come altrove a 300 km/h, e non alla falsa “velocità di rete” di circa 150km/h;
2) rendere chiaro che parlare di Frecciarossa al Sud significa agitare solo uno specchietto per le allodole: serve a giustificare il rincaro dei prezzi anche del 40% senza un reale risparmio di tempo;
3) Le ferrovie dello Stato Italiano dovrebbero investire le giuste risorse nel Mezzogiorno: dal 2000 al 2017, infatti, a fronte di una superficie pari al 40,3% del territorio nazionale, le ferrovie hanno investito soltanto il 21%nel Sud Italia (fonte: Conti pubblici territoriali);
4) Occorre adeguare il prezzo dei biglietti al reale servizio offerto: non è pensabile che per una tratta ad Alta Velocità effettiva, quale Roma – Firenze, il prezzo per ogni 100 km sia di 6,9 Euro, per una velocità commerciale di 208 km/h e per un Napoli – Reggio Calabria, non alta velocità, il prezzo sia di 9,3 Euro ogni 100 km, per una velocità commerciale di 107km/h.;
5) A un servizio inefficiente e scadente si aggiunge anche una diminuzione della frequenza degli stessi collegamenti, con i risultati che tutti conosciamo e che diventano drammatici quando si tratta di prendere un aereo o una coincidenza.
Per tutti questi motivi il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale ha organizzato una serie di flashmob che culmineranno sabato 11 luglio nella stazione di Salerno.