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Il sindaco di Bari scrive a Mattarella sulla questione del Polo della giustizia barese

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere “una spinta per restituire dignità alla funzione giudiziaria del capoluogo di regione. Credo che queste condizioni non siano più sopportabili”. Lo ha annunciato lo stesso sindaco Decaro, a margine della riunione in Prefettura a Bari per definire la sede dove celebrare il processo sul crac della Banca popolare di Bari, parlando del progetto del Polo della Giustizia barese.
Durante la riunione “ho consegnato due lettere che ho mandato al ministro della Giustizia – ha spiegato Decaro – in cui riferisco di aver scritto al presidente della Repubblica in maniera irrituale, ma spero non irriverente, però ritenevo opportuno informare il presidente la Repubblica del fatto che purtroppo da gennaio di quest’anno, quando c’è stato il tavolo tecnico inter-istituzionale, non abbiamo ancora notizie e, come si vede anche da quello che sta accadendo per il processo della Banca Popolare di Bari, gli spazi presi in affitto non sono idonei, non risolvono i problemi”.
“Abbiamo deciso nel 2014 la locazione” del nuovo Polo giudiziario nell’area delle ex Casermette di Bari, “all’unanimità di tutti gli attori istituzionali – ricorda il sindaco – , abbiamo firmato il protocollo già nel luglio 2019 con i fondi a disposizione (97 milioni di euro, ndr), abbiamo l’opportunità di altri fondi con il recovery fund e ho chiesto al presidente Conte di mettere altre risorse per realizzare da subito non solo il Tribunale penale ma anche il civile e il tribunale dei minori e, con il decreto semplificazioni che prevede l’individuazione di opere strategiche che hanno la necessità della nomina di un commissario, ho chiesto di inserire il polo della giustizia di Bari tra le opere da commissariare, con un commissariamento da parte di un dirigente del Ministero della Giustizia o chi vorranno loro. L’importante – ha concludo Decaro – è che si proceda speditamente perché la città ha bisogno del suo polo della giustizia”.

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