Pasqua 2021 a Castronuovo Sant’Andrea: Un rito secolare proposto attraverso web e social network
Venerdì 2 aprile 2021, alle ore 17.30 e alle ore 23.00, lungo le vie di Castronuovo Sant’Andrea, verrà ricostruito il doloroso percorso di Cristo verso la crocifissione sul Golgota attraverso l’arte contemporanea. L’iniziativa è a cura della Pro Loco, antesignana dell’evento fin dai primi anni Ottanta, del MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” – Atelier “Guido Strazza” – Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller” – Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino e della Parrocchia S. Maria della Neve.
Si rinnova così, come ogni anno in occasione delle festività pasquali, l’incontro tra arte e fede: un artista contemporaneo interpreta la sequenza murale della via dolorosa percorsa da Gesù, entrando con intensa partecipazione nell’arcaica processione che ha da sempre contraddistinto il fervore religioso di Castronuovo e che ha il suo momento più emozionante nell’incontro del Figlio morto con la Madre, rappresentato dalle due statue in cartapesta del XVIII secolo. Inoltre, altrettanto emblematica è la processione notturna, ab origine riservata alla partecipazione e, dunque, alla manifestazione della sola devozione maschile. Solo che quest’anno, per le note vicende, il rito secolare verrà proposto attraverso web e social network (Sito, Facebook, whatsApp, Instagram e Twitter). Anche se le opere verranno dislocate nei vari punti del paese, nel tragitto Chiesa Madre-Golgota, in modo che durante la giornate possano essere ammirate dai passanti.
Per il 2021, dopo Fazzini, Melotti, Strazza, Dal Molin Ferenzona, Masi, Ricci, Lorenzetti, Cerone, Santoro, Pirozzi, Scorcelletti, Pulsoni, Guida, Masini, Timossi, Martinelli, Janich,Gaetaniello, Giuliani, Bruno Conte, Luigi Teodosi e tanti altri, è Salvatore Spedicato a tradurre in un linguaggio singolare, fatto di immagini propositive, i momenti drammatici della Passione di Cristo.
Le 14 Stazioni si sviluppano in 14 terrecotte dove antico e contemporaneo si incontrano e si scontrano per farsi linguaggio personale nell’interpretazione della Via Dolorosa. L’evidenza costante della croce nelle 14 stazioni segna con forza il percorso suggestivo e doloroso di Cristo verso la crocifissione e resurrezione. Scrive Spedicato: “La meditazione sugli immani patimenti di Gesù, dal pretorio di Pilato al luogo del Cranio, mi ha aiutato in modo particolare a raffigurare le quattordici stazioni di quella Via Crucis per una nuova chiesa di Lecce.
Da quel lavoro derivano le quattordici formelle per Castronuovo, ridimensionate ma certamente concise ed essenziali. Non ho rinunciato all’idea di renderle di facile lettura, con semplicità compositiva e con l’intensità espressiva che le connota.
Fra naturalismo e astrattismo, componenti stilistiche e poetiche riconosciutemi nel corso degli anni, in questa sacra narrazione plastica prevale in effetti la mia, connaturata, dimensione classica.
A rilievo medio, le formelle, in terracotta, sono state trattate con vernice trasparente senza evidentemente snaturarne la materia. Ciascuna di esse misura circa cm. 40×40. Nella figura del Cireneo, V stazione, è riconoscibile la fisionomia di san Padre Pio”.
Il culto pasquale e l’arte non esauriscono il loro incontro nel solo giorno del Venerdì Santo, ma raggiungono la loro massima espressività nella Santa Messa di Pasqua. Domenica 4 aprile 2021, alle ore 11:30, nella Chiesa Madre di Santa Maria della Neve di Castronuovo Sant’Andrea, una inedita tovaglia d’altare, appositamente realizzata da Nino Tricarico, andrà ad impreziosire la solennità del giorno della Resurrezione di Gesù. L’iniziativa, avviata nel 2014 con la tovaglia d’altare di Maria Lai, seguita da quelle di Guido Strazza, Claudio Palmieri, Giulia Napoleone, Roberto Almagno, Ernesto Porcari, Anna Addamiano, si ripete anche quest’anno, grazie al coinvolgimento di Nino Tricarico che, col titolo “Fede e natura”, attraverso l’acrilico, l’ostia, le spighe di grano e l’erba “Capelli della Madonna” affronta il tema sacro. Scrive: “I misteri della fede, Dio li notifica all’uomo, che a sua volta, può solo accettarli o rifiutarli, privilegio dell’uomo che nessuno può negare. L’ostia Sacramentale celebra il mistero della fede che non va studiata con razionalità come la matematica, l’astrologia, i venti, il mare e le sue creature, ma come realtà divina, rivelata. Essa arriva all’uomo non attraverso la ragione ma è notificata: è il vero rivelato.
In quest’opera il racconto del Verbo incarnato, il più sconvolgente e inspiegabile tra i misteri. Il senso della sua sacralità è racchiuso tutto nella parte centrale. La reincarnazione di Cristo con l’ostia posta in alto sulla luce gialla. Le tre spighe al posto dei tre chiodi della crocefissione che ricordano la parabola del chicco di grano che muore nella terra, per dare vita ad una moltitudine. La cascata di fili d’erba bianchi Capelli della Madonna. Ai lati, due paesaggi primaverili ricchi di germogli pronti a donarsi. In alto del paesaggio di sinistra, uno strappo a forma di finestra che apre all’infinitezza”.
Notizia sugli artisti
Salvatore Spedicato è nato ad Arnesano, in provincia di Lecce, nel 1939. Scultore attivo dal 1956, esordisce con la partecipazione a mostre di rilievo nazionale e internazionale nel 1960, dopo il soggiorno (1959) di un anno in Francia, dove prende contatto con l’arte moderna.
Ha tenuto oltre trenta mostre personali, da Lecce a Milano, Venezia, Napoli, Firenze, ecc. Della sua ricerca artistica si sono interessati i più noti critici d’arte. Nel 2011 è stato presente alla 54 ͣ Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Ricca la bibliografia che lo riguarda, dal “Dizionario Bolaffi degli Scultori Italiani Moderni” del 1972 alla “Storia dell’Arte Italiana del ‘900” di Giorgio Di Genova, dove è segnalato anche fra gli incisori e gli “Artisti che scrivono”. Egli infatti scrive d’arte, e non solo, dal 1963, con esiti “efficaci e coraggiosi” (G. C. Argan).
Il possesso delle tradizionali tecniche del mestiere gli ha consentito di corrispondere a commesse di opere pubbliche (dalla medaglia al monumento e a numerosi busti collocati in chiese, università, municipi, piazze).
Vincitore di concorso nazionale, giudicato “idoneo” da grandi maestri quali Pericle Fazzini, Emilio Greco ed altri, ha ricoperto la cattedra di Scultura nell’Accademia di Belle Arti di Lecce (1970/2006), dove è stato anche Direttore per circa quindici anni. Ha svolto inoltre due insegnamenti alla SSIS delle Università di Puglia, sede di Lecce.
Nino Tricarico, nato a Potenza nel 1938, si trasferisce a Napoli per seguire gli studi di Chimica. Contemporaneamente frequenta la cerchia di artisti: Renato Barisani, Armando De Stefano e Domenico Spinosa. A Napoli matura un’idea di arte che rompe da un lato con la tradizione della scuola di Posillipo, dall’altro con la pittura lucana che si ispira a Carlo Levi. La sua pittura si attesta fra naturalismo astratto e astrattismo lirico. Torna in Basilicata per stabilirsi a Potenza. definitivamente. Aide Cuozzo scrive: Tricarico è fra i primi artisti della sua generazione che spezza la tradizione dell’emigrazione intellettuale lucana. La scelta di vivere in una realtà artisticamente marginale non gli impedisce tuttavia di esporre in Italia e nel mondo: New York, Germania, Svizzera, Olanda, Francia, Grecia, né di stabilire relazioni e collaborazioni con artisti, scrittori e intellettuali italiani e stranieri. A partire dagli anni Ottanta, insieme a Gerardo di Fiore, Errico Ruotolo, Massimo Bignardi e altri, fonda il gruppo del Nuovo Lirismo italiano. La sua opera continua a svolgersi in più direzioni: installazioni multimediali, dipinti, oggetti scultorei, assemblaggi di materiali diversi. L’happening Agorà 2000. Infinite soluzioni del futuro, svoltosi nella piazza Kléber di Strasburgo nel 1999; la complessa installazione architettonica La Porta del Silenzio, sculture e dipinti a sfondo religioso in occasione del Giubileo del 2000; la performance pittorico-musicale eseguita nel 2003 presso la Terza Università di Roma sono la testimonianza di una costante necessità di adeguare la forma all’evoluzione del tempo. La pittura non è mai abbandonata. Lo attestano le numerose mostre degli ultimi anni: a Matera, dal titolo Infinito bianco presso il Museo d’Arte contemporanea di Palazzo Lanfranchi nel 2009; a Napoli, Sulla soglia dell’astrazione. Opere scelte, organizzata dal Comune nella sala Carlo V del Maschio Angioino nel 2014; Limen et Lumen nella Galleria Civica di Palazzo Loffredo a Potenza nel 2014; Nei margini del Lirismo Astratto, al museo FRAC di Baronissi (SA) nel 2015. È stato invitato alla 54ª Biennale di Venezia.
La Via Crucis e la Tovaglia d’altare, dal 5 al 30 aprile 2021, rimarranno esposte nella Chiesa di Santa Maria della Stella.7