Scuola, il comunicato sindacale unitario di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Fgu
Da mesi, ormai, avevamo espresso tutta la nostra contrarietà e, per la prima volta, avevamo indetto anche uno sciopero regionale unitario; avevamo sperato, inoltre, che fosse finalmente finito il ricorso massivo alle ordinanze regionali; avevamo infine confidato che il nuovo Governo ripristinasse una gestione unitaria del sistema dell’istruzione nazionale riaffermandone il valore Costituzionale.
Per l’ennesima volta, e per di più nella serata della domenica di Pasqua (mai momento è stato così inopportuno e irriguardoso del grande lavoro svolto da tutto il personale della scuola), il Presidente Emiliano non ha saputo resistere alla tentazione di chiamare in causa le famiglie addebitando loro una responsabilità enorme: decidere, sulla base di una percezione soggettiva se “esporre” il proprio figlio/figlia al rischio di un contagio trasmesso in classe o trattenerlo in casa per evitare qualsivoglia rischio di esposizione al contagio da Sars-Cov-2.
In verità, il Decreto Legge n. 44 del Presidente del Consiglio Mario Draghi consente alle regioni di operare con deroghe sia pure esclusivamente “in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica”.
Il Presidente Emiliano, se ricorrevano “i casi di eccezionale e straordinaria necessità” avrebbe dovuto assumere una decisione politica introducendo ulteriori limiti alla frequenza scolastica piuttosto che scaricare, ancora una volta sulle famiglie, la responsabilità di definire la tipologia di deroga da effettuare.
Anche perché ricade sotto la diretta responsabilità della Regione la tutela della salute e della sicurezza non solo di alunne, alunni e delle loro famiglie ma, anche, di tutto il personale scolastico. Se la situazione sanitaria e la sicurezza nelle scuole pugliesi si colloca a un livello di “rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti”, allora la Regione deve assumere decisioni scientificamente più motivate e consistenti, che giustifichino il ricorso alla deroga piuttosto che affidarsi alla percezione soggettiva delle famiglie e intervenendo su tutti i gradi di scuola, infanzia compresa.
Ancora una volta il Presidente della Regione Puglia ha scelto la via più breve, quella che accontenta tutte le famiglie, a prescindere dal loro orientamento favorevole o contrario alla didattica in presenza e nascondendo le inefficienze di un sistema sanitario visto che la Puglia è tra le ultime regioni per numero di somministrazioni di vaccini, tra le prime regioni per tasso di contagiosità e, nel frattempo, non sono stati ancora attivati i presidi sanitari presso le scuole già deliberati il 2 febbraio scorso, si delega la salute degli studenti ai loro genitori consultandoli direttamente sulle piattaforme social e si contrappone il diritto alla salute al diritto all’istruzione.
A questo punto ognuno deve fare la propria parte a cominciare dal governo, cui spetta la responsabilità di intervenire affinché l’ordinanza regionale venga riportata nella cornice normativa predisposta dallo stesso decreto legge n. 44/2021 e di dare indicazioni chiare per realizzare un sistema di monitoraggio e tracciamento nazionale. Dal canto suo il sindacato vigilerà per garantire, con ogni mezzo a disposizione, il rispetto delle norme e il lavoro di tutto il personale scolastico.
C. Menga – FLC CGIL
R. Calienno – CISL SCUOLA
G. Verga – UIL SCUOLA
C. De Bernardo – SNALS-CONFSAL
F. Capacchione – FGU