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Lettera aperta di “Genitori Tarantini” a Lucia Morselli, AD di Acciaierie d’Italia

Gentile Lucia Morselli,

dalla sua bocca sono uscite parole per noi tarantini molto rassicuranti.

“L’aria di Taranto è venti volte più pulita di quella di Milano”, ha dichiarato durante un convegno tenutosi all’Università di Pisa.

Da questo deduciamo che i milanesi più intelligenti, i più attenti alla salute dei propri figli stiano già preparando le valigie, mentre, telefono in mano, cercano di contattare le agenzie immobiliari del capoluogo jonico.

Sappiamo, però, quanto siano “ballerine” le sue affermazioni, spesso in contrasto l’una con l’altra. Per esempio, il 15 novembre 2019 definì “criminale” la produzione a caldo dell’acciaieria tarantina, ma solo sette mesi dopo, in una puntata di “Porta a porta” (17 giugno 2020), confessò a Bruno Vespa (e a qualche milione di italiani) di essere quasi “innamorata” dello stabilimento tarantino affermando che “Tutti dobbiamo essere orgogliosi di questo impianto, il più bello d’Europa, il più moderno, il più potente. Un impianto che tutti ci invidiano. Credo sia un privilegio lavorare lì.”

Ci permetta di dire che questo appassionato slancio ci lascia seri dubbi sul suo gusto estetico. Lei potrà obiettare che non si sta parlando di un vestito di alta moda o di una Ferrari (automobili che, da quanto apprendiamo, sembrano piacerle particolarmente). Ha ragione, perché se fosse un vestito di alta moda, sarebbe già strappato quasi totalmente, e se fosse una Ferrari, lo sfasciacarrozze l’avrebbe già smontata per recuperare i pochi pezzi recuperabili. Per quanto riguarda il privilegio di lavorare in quella acciaieria, suona strana la richiesta dell’epoca di esuberi per 5.000 unità lavorative. Sì, dottoressa Morselli, lavorare lì deve essere davvero un privilegio, al punto da chiedere ai dipendenti di rinunciare a diritti essenziali quali salute, salubrità ambientale, sicurezza e dignità. Diritti, questi, ai quali tutti i tarantini devono rinunciare anche se non lavorano all’interno dell’acciaieria, anche se sono ormai pensionati, anche se sono solo neonati!

Tornando alla sua ultima uscita, anche il più scarso tra gli studenti presenti all’incontro nell’Università di Pisa si sarebbe dovuto alzare e andare via, dopo le sue parole, ben sapendo che il pm10 prodotto dall’industria tarantina è carico di benzo(a)pirene, un IPA classificato come cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, emesso per oltre il 99% del totale dalla produzione a caldo delle Acciaierie d’Italia (cambia il nome, ma non le percentuali di danni alla salute e all’ambiente). Studi epidemiologici in numero importante ci informano di quella pericolosità che lei sola non vuole vedere: aumento della mortalità per cause naturali, tumori, malattie cardiovascolari e renali dei residenti.

Per quanto riguarda la Co2, lei è persino arrivata a dire, senza che alcuno sollevasse obiezioni, che la colpa è dell’uomo e che sul pianeta siamo troppi. Sono queste le affermazioni che fanno più male. Se per lei gli umani sono troppi, stia tranquilla: a Taranto, grazie anche alla sua acciaieria, stiamo dando il nostro bel contributo per diminuirne il numero.

Più onestamente, però, noi pensiamo che i beni di prima necessità bastino a sfamare tranquillamente l’intera popolazione mondiale, visto quanto degli alimenti acquistati nei Paesi industrializzati viene poi gettato nella spazzatura. Da qui, la domanda: forse siamo troppi perché in pochissimi possono permettersi una Ferrari con la quale sfrecciare davanti a cassonetti circondati da esseri umani che cercano qualcosa da mangiare, non crede?

La smetta di offendere l’intelligenza del popolo italiano, in generale, e del popolo tarantino, in particolare, perché le sue battute saranno forse apprezzate in certi ambienti a lei vicini (pensiamo alla lobby degli industriali del Nord), ma dalle nostre parti non fanno ridere. Probabilmente perché siamo impegnati a piangere i nostri cari ogni maledetto giorno, da sessanta anni a questa parte.


Associazione Genitori tarantini – ets

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