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Sit-in di protesta di FLC CGIL, CISL Scuola e UIL scuola RUA, SNALS-CONFSAL e ANIEF in piazza della Prefettura a Bari

Ieri, 9 giugno, alle ore 10.00, si è tenuto in piazza della Prefettura a Bari il sit-in di protesta di FLC CGIL, CISL Scuola e UIL scuola RUA, SNALS-CONFSAL e ANIEF per protestare contro il Decreto n. 73 del 25 maggio 2021, meglio noto come Decreto Sostegni-Bis, e ribadire al Ministero che i patti si rispettano.

In queste ore, infatti, è partito l’iter di approvazione parlamentare del Decreto che ha generato la reazione delle sigle sindacali unitarie, in particolare per quanto concerne i temi del reclutamento e della stabilizzazione dei precari. L’obiettivo di queste manifestazioni diffuse in tutta la Penisola è quello di sostenere il tentativo di emendare i contenuti di un Decreto Legge che, se non modificati, consentiranno solo ad un numero molto limitato di docenti (gli abilitati e gli specializzati con 3 anni di servizio) di ottenere la stabilizzazione a fronte di un numero decisamente elevato di cattedre, circa 112.000 comprese quelle di sostegno, che solo in Puglia tocca la cifra record di 5.172.

Alle 11,30 una delegazione delle Organizzazioni Sindacali che manifestavano è stata ricevuta nella stanza del Prefetto, dott.ssa Antonia BELLOMO, alla quale è stato richiesto di farsi interprete verso la Presidenza del Consiglio della richiesta unitaria delle sigle pugliesi di una revisione del DPR 81/09, la norma riguardante il regolamento sulla formazione delle classi e le norme sull’utilizzo del personale della scuola, che fu funzionale all’applicazione della Legge 133/08.

Tale Legge, passata alla storia col nome di Riforma Gelmini, devastò la scuola italiana con tagli di oltre 134.000 posti di lavoro (90.000 cattedre e 44.000 posti di personale ATA) nel solo triennio 2009/2011, dei quali ben il 40% nelle sole regioni di Puglia, Campania, Sicilia e Calabria.

L’aumento del rapporto alunni/docente, sul quale si basava la Riforma, ha prodotto un evidente peggioramento delle condizioni di sicurezza per studenti e personale scolastico a causa di uno stato di degrado generalizzato dell’edilizia scolastica italiana, con preoccupanti picchi al Sud, dove oltre il 50% del degli istituti scolastici non sono a norma e, spesso, addirittura fatiscenti.

La nostra richiesta, del resto, parte proprio dal presupposto che anche il PNRR prevede di ripensare l’organizzazione del sistema scolastico con l’obiettivo di fornire soluzioni a due temi particolari: riduzione del numero di alunni per classe e dimensionamento della rete scolastica.

Al Prefetto, infine, abbiamo chiesto un tavolo interistituzionale dal quale emergano chiaramente le responsabilità delle circa 240 classi pollaio che non rispettano neanche i requisiti del DPR 81/2009 e di inviare ai Ministeri competenti nonché alla Presidenza del Consiglio le nostre rivendicazioni sui seguenti punti: lasciare alla contrattazione la materia della mobilità, semplificare le procedure assunzionali per la stabilizzazione di tutti i precari, sia abilitati e specializzati sia con 3 anni di servizio, eliminare i blocchi sulla mobilità del personale, prorogare “l’organico COVID”, stabilizzare i DSGA facenti funzione con 3 anni di servizio, garantire la partecipazione a un nuovo concorso in caso di mancato superamento del precedente, rivedere le norme sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche, chiudere definitivamente la questione ex LSU, rispettare l’autonomia scolastica.

Questi sono gli argomenti che le nostre Organizzazioni Sindacali nazionali stanno proponendo in queste ore ai tavoli tecnici di confronto con il ministero, nella convinzione che siano le sedi utili per riparare i guasti provocati da un DL approvato senza il preliminare confronto con le parti sociali.

C. MENGA R. CALIENNO G. VERGA C. DE BERNARDO P. SPINELLI

FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA SNALS CONFSAL ANIEF

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