La Regione Puglia scende in campo in difesa dei 200 lavoratori del centro di controllo Enav di Brindisi
Non c’è più tempo da perdere per il centro di controllo Enav di Brindisi. Un incontro urgente anche in video conferenza tra i ministri Giovannini e Carfagna, il Presidente della Regione Puglia Emiliano e la Presidente dell’ENAV Isgrò, per scongiurare il trasferimento del centro di controllo dell’area di Brindisi a Roma. Questo il contenuto della richiesta a firma dell’assessore regionale ai trasporti e alla Mobilità sostenibile della Regione Puglia Anita Maurodinoia, che in sostanza si oppone alla decisione di accorpare l’impianto di Brindisi (che serve anche l’aeroporto di Bari), a quello della capitale.
“ Questa decisione -dichiara l’assessore- penalizza la Puglia con un ingente danno economico ed occupazionale: circa 200 posti di lavoro ad alta tecnologia disciplinati da complesse regole internazionali ed europee, verrebbero sacrificati per un progetto di accorpamento preannunciato per il 2023 ed inspiegabilmente anticipato a differenza di altre città, come Padova, dove la procedura di dismissione è stata
rinviata di ben 10 anni. Non convince – continua – il piano industriale dell’ENAV osteggiato da sindacati e rappresentanti istituzionali del territorio, ed è per questo ritengo necessario e non più rimandabile un tavolo di confronto ed un intervento chiarificatore da parte dei ministri competenti, quello alle infrastrutture guidato da Enrico Giovannini e quello per il Sud Mara Carfagna”.
Nell’esprimere solidarietà ai lavoratori dell’Enav Brindisi in sciopero venerdì scorso, l’assessore Maurodinoia, con forza, ha ribadito ancora una volta il pensiero della Regione Puglia: “non permetteremo ulteriori scippi ad una regione del Sud che non può essere ulteriormente penalizzata”. “E’ inammissibile – conclude l’assessore Maurodinoia – che determinate realtà dopo aver utilizzato le varie misure dei fondi europei per il Sud al fine di far sorgere, crescere e potenziare strutture come il centro Enav di Brindisi, poi decidano di dismettere, tra l’altro in un periodo di crisi sanitaria ed economica. Una vera e propria beffa che come Regione non accettiamo”.