BasilicataBasilicataCulturaPoliticaPrimo_Piano

Leggieri (M5S) ricorda la figura di Paolo Borsellino nel 29esimo anniversario della strage di via D’Amelio

Sono trascorsi 29 anni dalla strage di via D’Amelio ed è ancora vivissimo il ricordo di quell’orribile domenica di luglio in cui trovarono la morte il giudice Paolo Borsellino e i giovani agenti della sua scorta. Le prime immagini dell’accaduto, riportare da tutte le reti televisive, ci diedero subito l’idea di una scena di guerra: pezzi di asfalto e veicoli completamente divelti, brandelli di carne umana sparsi dappertutto.
A due mesi di distanza dalla strage di Capaci, la mafia alzò daccapo il tiro, uccidendo un altro magistrato ‘perbene’; non si poteva sbagliare: la Fiat 126 parcheggiata sotto casa della madre di Borsellino fu imbottita con 90 chili di esplosivo. Borsellino sapeva bene che dopo la morte dell’amico e collega Falcone sarebbe toccato a lui, ecco perché annotava tutto nella sua ‘agenda rossa’ che è stata fatta sparire subito dopo la strage e mai è stata ritrovata.
Uno dei tanti magistrati uccisi dalla mafia e che ancora oggi continua ad essere un simbolo di legalità e di giustizia. La mafia non ha vinto ma ha solo dato la forza a tutte quelle persone che oggi si battono contro la mafia stessa. Un’eredità raccolta da tante associazioni, imprenditori, cittadini e giovani che operano sul territorio dove la mafia è ancora ben organizzata.
A testimonianza di ciò è nato il Centro studi ‘Paolo e Rita Borsellino’ che, tra le varie attività, ha avviato nel 2013 insieme al Ministero dell’Istruzione il progetto denominato ‘Coltivare nelle nuove generazioni i valori della legalità, della memoria operante, del dialogo tra culture diverse’ al fine di promuovere e mettere in atto prassi di memoria operante. L’obiettivo del Centro è mantenere viva e proseguire l’opera del magistrato che ha speso gran parte del suo impegno nel dialogo con insegnanti ed alunni delle scuole di ogni ordine e grado per diffondere il rispetto delle regole e la conoscenza dei valori della legalità.
Spetta, quindi, alle Istituzioni contribuire a rafforzare il ruolo insostituibile dell’istruzione e della formazione culturale, per costruire una società autenticamente democratica. Ricordare coloro che sono stati ammazzati dalla mafia significa anche operare affinché le loro morti non siano state inutili e non si ripetano.

Gianni Leggieri 

Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *