Adduce e Rivelli, due sì per l’acqua bene comune
“L’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi, dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi e costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, il bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile, che appartiene a tutti”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, in vista dei referendum che si terranno il 12 e il 13 giugno 2011. Il sindaco ricorda che già a dicembre del 2010 il Consiglio comunale ha approvato, a maggioranza, un ordine del giorno con il quale si ribadisce che “Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico”. Per queste ragioni abbiamo aderito all’iniziativa “1000 amministratori locali per l’acqua” promossa dal comitato referendario “2 sì per l’acqua bene comune”.
“Anche noi – afferma Adduce – ribadiamo con forza i due sì per l’acqua bene comune. L’accesso all’acqua, già alla luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in prospettiva, se non affrontato democraticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, può rappresentare una causa scatenante di tensione e conflitti all’interno della comunità internazionale e una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per autentici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale”.
Per queste ragioni il Consiglio comunale di Matera ha deciso di: riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico; confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà; riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale l’acqua come diritto inalienabile e garantito per tutti come servizio pubblico. A lanciare un vero e proprio appello per i due si per l’acqua bene comune, anche l’assessore comunale alla programmazione, Rocco Rivelli. “Attraverso il voto possiamo finalmente fermare la privatizzazione della gestione delle risorse idriche e affermare che i profitti siano fuori dall’acqua e l’acqua fuori dal mercato. Come Amministratori affermiamo che preservare la proprietà e la gestione pubblica dell’acqua rappresenta un principio fondamentale di un buon governo locale. I referendum rappresentano uno straordinario ed irrinunciabile strumento per assicurare che l’acqua ritorni ad essere un bene comune privo di rilevanza economica. Anche il nostro, insomma, vuole fregiarsi del marchio “Comune per il Sì all’acqua pubblica. Siamo parte di quella grande coalizione sociale nata dal basso che, con una grandissima partecipazione popolare, ha ottenuto il referendum e ora vuole raggiungere la vittoria dei “due Si per l’acqua Bene Comune”.