Fiat, passare dalle parole ai fatti
“La continua erosione di quote di mercato della Fiat è un indicatore negativo del livello di competitività internazionale della più importante industria italiana”. Lo sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, commentando i dati diffusi oggi sul mercato dell’auto in Europa. Per il numero uno della Cisl lucana “è evidente che la crisi economica ha giocato un ruolo preponderante, ma occorre anche evidenziare che nel medesimo contesto di crisi ci sono costruttori, come la Volkswagen, che hanno saputo crescere a discapito della concorrenza puntando sul rinnovamento della gamma e su relazioni industriali realmente partecipative, ovvero proprio quello che è mancato in casa Fiat”. Per Falotico “il progetto Fabbrica Italia, pur se ambizioso negli obiettivi, sta andando troppo a rilento, anche per responsabilità di quella parte del sindacato che ha scelto la strada del conflitto ideologico e dello stesso management Fiat che in certi frangenti è apparso più orientato a cercare la rottura che a dialogare con la parte responsabile del sindacato per il bene dell’azienda e dei lavoratori”.
Secondo Falotico “le ultime vicende legate alla ex Bertone e all’accordo sul modello Ergo-Uas a Melfi confermano che c’è un sindacato minoritario che lavora per non fare nulla e un sindacato, per fortuna maggioritario, che lavora per costruire. Dentro questo scenario di incertezza e instabilità – prosegue Falotico – va profuso ogni sforzo per dare concreta attuazione agli indirizzi contenuti nel progetto Fabbrica Italia e per assicurare al contempo allo stabilimento di Melfi il mantenimento di un ruolo nevralgico nello scacchiere industriale del gruppo Fiat, ruolo che – sempre secondo il segretario della Cisl – non può prescindere dall’allocazione di un altro modello, senza il quale l’obiettivo delle 400 mila vetture a regime potrebbe rivelarsi una chimera”.
Falotico richiama, infine, le istituzioni a “fare fronte comune e a lavorare in sinergia affinché si creino le condizioni per un rafforzamento generale della filiera automotive in Basilicata. Sia il campus per la ricerca, che stenta a decollare, sia il progetto di filiera relativo all’indotto necessitano di un adeguato sostegno pubblico in termini di politica industriale. In questo senso la proposta della Cisl di varare un pacchetto di convenienze localizzative potrebbe favorire l’insediamento di nuovi segmenti del comparto automotive, andando così ad arricchire il valore aggiunto prodotto sul territorio e le opportunità occupazionali”.