Servizi all’infanzia in Basilicata, Alleanza delle cooperative sociali: “E’ il momento di investire”
Dato che l’Europa e il Governo nazionale definiscono imprescindibili obiettivi di avanzamento culturale in materia di educazione e istruzione, stanziando fondi e risorse per lo sviluppo di servizi sempre più diffusi accessibili ed efficienti per l’infanzia, la Regione Basilicata e il Miur regionale non commettano l’errore di fare passi indietro. Servono ora maggiori sforzi per contrastare la povertà educativa, dilagante nel Sud Italia più che altrove. La Basilicata deve strutturare un’alleanza educativa 0/6 anni, lavorare all’unisono con gli attori del sistema integrato dell’istruzione e tendere all’ampliamento dei posti-bambino 0/3 anni disponibili nel territorio. In questo modo si incentiva il dinamismo che caratterizza le organizzazioni del terzo settore che decidono di investire energie e risorse nelle comunità, valorizzando l’imprenditoria sociale cooperativa che ancora oggi si conferma fra i pochi settori che non solo resiste ma cresce, tanto nei servizi quanto nei livelli occupazionali della popolazione femminile e giovanile.
È di questi giorni la pubblicazione del bando per i contributi alle sezioni primavera della Basilicata, che riguarda oltre seicento bambini accolti prevalentemente attraverso la rete della cooperazione sociale. Così come concepito, il bando rischia di mortificare il progresso del welfare per la conciliazione famiglia-lavoro. È prevista infatti una decurtazione dell’86% delle risorse economiche messe a disposizione delle sezioni primavera, a posteriori, ovvero quando i servizi sono stati già assicurati nel 2020/2021 con qualità ed efficienza. I costi già sostenuti di fatto peseranno sui bilanci come sopravvenienze passive: un macigno immediatamente visibile sui costi di gestione di oltre cinquanta enti del terzo settore e imprese sociali cooperative che operano nelle comunità piccole e grandi. Il taglio indiscriminato e la distribuzione a pioggia degli esigui contributi genera forte frustrazione in quei gestori più visionari che, grazie alla capacità di investimento, hanno voluto consolidare nel proprio territorio ulteriori servizi per l’infanzia e sezioni primavera. Oggi si ritrovano a dover contare sul solo contributo del Miur regionale che viene attribuito non in proporzione ai posti complessivamente messi a disposizione, ma per numero di sezioni primavera attivate nello stesso comune, a prescindere dalla qualità e della quantità del proprio operato. Questo comporta costi decisamente meno accessibili per le famiglie. Con la contrazione del contributo, consolidato dal 2008, appare infatti inevitabile la maggiorazione delle rette per coprire quell’86% di risorse che al momento non trova altre capienze. Nel frattempo, oltre seicento bambini lucani perderanno l’opportunità di frequentare contesti educativi qualificati.
In questo scenario hanno fatto bene la Regione e il Miur ad attivare il tavolo paritetico 0/6 anni, che ci auguriamo sia l’inizio di un’alleanza educativa. Nella riunione coincidente con la scadenza del bando, il tavolo ha aperto uno spiraglio di ravvedimento: la contrarietà costruttiva dell’Alleanza delle cooperative sociali è stata verbalmente raccolta dalle istituzioni che hanno confermato la volontà di sospendere o modificare il bando per riformularlo con le risorse adeguate e senza contenimenti di sorta. Si attende quindi la formalizzazione delle modifiche al bando con l’abbattimento del limite del numero delle sezioni possibili beneficiarie e l’appostamento delle stesse risorse economiche, oramai strutturate da parte della Regione Basilicata, che le cooperative hanno già impiegato a favore delle famiglie lucane.
Nel frattempo tutti i comuni hanno ricevuto risorse economiche aggiuntive e dedicate al sostegno 0/3 e 3/6 anni che probabilmente giacciono nelle loro casse. L’auspicio è che vengano spese nella direzione indicata dal Governo: per sostenere e ampliare l’offerta educativa per nidi e scuole paritarie, senza parcellizzare o addirittura per costruire nuove strutture, visto che sono già tante quelle pronte ad accogliere i bambini. Attendiamo anche qui una spinta propositiva da parte dei comuni lucani.
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