Tricarico, sabato l’inaugurazione del presepe artistico realizzato dal maestro Giuseppe Dabraio
Sabato 4 dicembre, alle 18.30, con un incontro nella cattedrale di Tricarico, sarà inaugurato il presepe artistico realizzato dal maestro Giuseppe Dabraio e allestito, con la collaborazione di Giuseppe Franchino, nel MuDiT, il museo diocesano di Tricarico. L’incontro, moderato dal direttore dell’Ufficio delle comunicazioni sociali della Diocesi di Tricarico don Giuseppe Abbate, sarà introdotto da Sabrina Lauria, vicedirettrice del MuDiT. Interverranno, per i saluti, Vincenzo Carbone, sindaco di Tricarico e don Angelo Tataranni, parroco di San Rocco a Matera, con cui la Diocesi di Tricarico è gemellata. Seguiranno gl’interventi di don Antonio Appella, archeologo medievista e direttore della Commissione diocesana per i beni culturali e arte sacra della Diocesi di Tursi-Lagonegro e l’autore del presepe artistico Giuseppe Dabraio. Concluderà monsignor Giovanni Intini, vescovo della Diocesi di Tricarico. Durante la serata, si esibirà il coro polifonico “Canteuterpe” di Tricarico. Seguirà la benedizione del presepe presso gli allestimenti del museo diocesano, dove sarà visitabile fino al 2 febbraio 2022. Giuseppe Dabraio, da tutti conosciuto come Pinuccio, è nato a Tricarico nel 1966 e, ancora ragazzino, ha iniziato a coltivare la passione per i
presepi nell’ex parrocchia di Sant’Angelo, dove egli e altri amici d’infanzia aiutavano il sacerdote nell’allestimento della chiesa, in prossimità del Natale. Crescendo, ha continuato a realizzare presepi e personaggi in diverse parrocchie, tra le quali la chiesa di San Rocco a Matera, nel 2019, dove ha avuto l’onore di costruire un presepe permanente in continuo rinnovo. Con il passare degli anni, Pinuccio non ha mai smesso di dedicarsi alla realizzazione delle sue opere partendo da tutto ciò che per altri risulta inutilizzabile; è infatti, nel suo laboratorio governato dal caos, che riesce a dar forma a migliaia di merletti antichi, stoffe e stracci vecchi, frammenti di legno e fogli di polistirolo recuperati di qua e di là. Grazie alle sue mani sapienti, ogni sua opera è unica e irripetibile, perché nata esclusivamente dalla fantasia del momento e dall’oggetto recuperato. Usa il polistirolo inciso a caldo, rivestito con colla vinilica, scagliola e cemento; per i personaggi, usa una struttura in filo di ferro e stoppa, mani e piedi in pasta di legno, viso in terracotta. Per i vestiti, invece, tessuti vecchi o invecchiati con un’apposita tecnica e vecchi merletti.