Basilicata, i lavori di Eipli sulla diga del Basentello all’attenzione del MIPAAF
Verificare se siano state avviate tutte le procedure idonee per valutare quali iniziative tecnico-scientifiche attuare per la salvaguardia dei
livelli idrici ad uso irriguo della diga del Basentello , ricadente nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Bradano-Metaponto, e delle altre dighe presenti sul territorio della Regione Basilicata. Lo chiede il deputato lucano Luciano Cillis, esponente M5S in commissione Agricoltura alla Camera, il quale ha depositato una interpellanza urgente al ministro Stefano Patuanelli (Mipaaf). Lo scorso 21 gennaio, infatti, l’EIPLI (Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) ha deciso di procedere con l’apertura dello scarico di fondo, con il concreto rischio che gran parte di melma e sedimenti finiscano nel fiume Bradano e, poi, nell’invaso San Giuliano.
“ Dobbiamo necessariamente scongiurare che l’agricoltura di pregio della zona paghi le conseguenze di una gestione non ottimale della diga nonché di scelte che, se non ben ponderate, rischiano di provocare danni alle produzioni e alle imprese, anche negli anni a venire – dichiara il deputato Luciano Cillis (M5S) – La decisione dell’EIPLI di avviare lo svuotamento dell’invaso, avvenuta su disposizione della ‘Direzione Generale per le Dighe’, ha l’obiettivo di mettere in campo le opere di miglioramento idrico finalizzate a mantenere livelli accettabili. L’invaso, però, non dovrebbe essere completamente svuotato ma portato alla quota di circa 259 metri sul livello del mare, rispetto alla quota massima consentita di 271 metri, in modo tale – prosegue – da garantire gli standard di sicurezza nel caso di eventi straordinari come terremoti. Non avendo contezza dei reali sedimenti presenti nell’invaso, diventa complesso avere stime certe del volume di acqua presente. Ancor di più se pensiamo che quest’anno il Basentello, a causa delle scarse precipitazioni, presenta livelli di invasamento inferiori e che, per ripristinarli adeguatamente, è necessario un ciclo pluriennale ”.
Al Ministero delle Politiche agricole viene, dunque, richiesto un approfondimento ulteriore prima di effettuare scelte compromettenti
per il futuro degli invasi e per le produzioni agricole lucane.