CronacaPuglia

Violenze psicologiche e abusi professionali tra i corridoi della clinica di Neurochirurgia del Policlinico di Bari

Errori coperti con la manomissione delle cartelle cliniche, medici presenti sui registri ma in realtà assenti, lotte intestine che avrebbero portato a disservizi per i pazienti, specializzandi costretti a subire violenze psicologiche e abusi professionali. È quanto la Procura ritiene sia avvenuto tra i corridoi del Policlinico di Bari e per tanto ha disposto l’arresto, da parte della Guardia di Finanza, di due medici: il primario Pasqualino Ciappetta, 61 anni, già sospeso perchè coinvolto in un’altra indagine sulla sanità, e il dirigente medico Cataldo Antonio Fornaro, 54 anni. Entrambi ai domiciliari, sarebbero accusati di concussione, truffa aggravata e continuata a carico del servizio sanitario, falsità materiale e ideologica in atti pubblici, abuso d’ufficio, rifiuti di atti d’ufficio, soppressione, distribuzione, occultamento dei verbali di sala operatoria, omessa denuncia di reato. Oltre ai due professionisti ci sarebbero altri cinque indagati.

L’inchiesta partì nel 2008 in seguito alla denuncia di uno specializzando che dichiarò di essere stato vittima di maltrattamenti e denunciò un presunto caso di malasanità: un pezzo di cotone dimenticato nel cranio di una paziente operata. Da lì saltarono fuori situazioni di abusi e soprusi che da tempo avvelenavano il reparto. Gli specializzandi sarebbero stati obbligati attraverso ricatti a coprire i turni dei medici, ad attestare la presenza in reparto o in sala operatoria del dottor Fornaro (che in realtà si sarebbe trovato altrove) e a dichiarare il falso.

« E’ emersa – scrive il gip nell’ordinanza cautelare – una gestione della Neurochirurgia a dir poco irresponsabile, fondata sull’autoritarismo e la prevaricazione, il clientelismo e il favoritismo, in totale spregio dei più elementari principi di buon andamento della pubblica amministrazione». Si parla di un vero e proprio “Sistema Ciappetta”. «I medici strutturati e gli specializzandi – afferma ancora il gip – erano suddivisi in due categorie, i buoni e i cattivi, quelli che erano totalmente dalla parte di Ciappetta, che potevano godere dei suoi favori, dei privilegi in cambio di obbedienza cieca e assoluta; e gli altri, quelli che da questo girone di vicinanza al capo assoluto erano esclusi». Atti discriminatori insomma. «I non allineati venivano estromessi dalla sala operatoria, con conseguenze anche sui loro pazienti che venivano scavalcati nella lista d’attesa; agli specializzandi veniva agitato lo spauracchio dell’esame finale». Infine, in «tale contesto gli allineati potevano permettersi abusi di vario genere». Gli specializzandi «non allineati» venivano minacciati anche di non superare l’esame finale.

Mariateresa Cotugno

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