Il Governatore Bardi azzera la giunta regionale
Il Governatore lucano Vito Bardi azzera la giunta regionale di Basilicata.
Di seguito la nota integrale:
“Come ormai a tutti noto, la seconda parte della legislatura si è avviata con una richiesta di rimpasto della Giunta propostami dalla Lega e con un confronto serrato tra i partiti della maggioranza per aggiornare l’agenda politica e propormi un nuovo assetto.
Prima di addentrarmi in queste dinamiche, avverto la necessità di contestualizzare questo delicato passaggio nell’attuale fase storica, nel clima e nel contesto politico, sociale ed economico di questo periodo.
E vorrei ricordare a me, a voi, a quanti hanno responsabilità politica la cornice e lo sfondo dell’epoca che viviamo:
1. A nessuno sfugge che usciamo da due anni di pandemia. Un evento traumatico con rilevanti ripercussioni sulla società e l’economia nazionale e regionale. Un evento peraltro non del tutto terminato, come segnalato dai dati, che impone una costante azione di monitoraggio e di sorveglianza sanitaria. Una situazione eccezionale che è stata fronteggiata con un impegno di energie davvero cospicuo e che mi ha visto in prima persona in prima linea. I frutti di questo impegno sono riscontabili da dati oggettivi: la Basilicata ha infatti il miglior dato d’Italia per quanto riguarda le terapie intensive e un tasso di copertura vaccinale nella media nazionale, con un risultato notevole per quanto riguarda le vaccinazioni dei più piccoli.
Fatti, risultati, troppo spesso sottovalutati e che invece dovrebbero essere orgoglio di tutti, e politicamente, soprattutto delle forze di maggioranza.
Anche sul versante economico, gli aiuti predisposti dalla Regione sono stati fondamentali per lenire le gravi conseguenze della pandemia e siamo tutt’ora impegnati nel dare sostegno e quindi risorse ed opportunità per la ripresa del nostro sistema produttivo.
2. Nel pieno di questo sforzo irrompe lo shock energetico. Una emergenza non prevista, che mette in crisi il sistema delle imprese e che ha evidenti riflessi negativi sull’economia delle famiglie che devono far fronte al rincaro abnorme delle bollette. Una nuova priorità dunque per l’Agenda politica del Paese e della Regione, che vede impegnato il governo regionale e la mia persona, nuovamente, in prima linea, per individuare soluzioni concrete, tenuto conto delle rilevanti risorse minerarie che il nostro territorio mette a disposizione del Paese.
Un punto questo che non si risolve immaginando scorciatoie e soluzioni non verificate e facilmente smontabili dalla autorità regolatorie, ma che prevede consultazioni e confronti, verifiche tecniche e giuridiche, per poi portare sul tavolo risposte tangibili al fine di calmierare il costo che sopportano le famiglie, e per svolgere una attività di pressione sul governo per sollecitare azioni più incisive a favore delle imprese.
Un lavoro questo, su cui spero di poter riferire presto, una volta messo il “gatto nel sacco” come si dice, e non prima di averlo fatto.
E’ mio costume infatti non fare annunci ma fatti e poi pubblicizzarli.
In questo scenario così denso di criticità, rischi, problemi ci troviamo di fronte ad una difficoltà politica, ad una crisi di composizione di interessi tra le forze politiche che, dato il contesto, ritengo avrebbe dovuto conoscere ben altra e facile soluzione.
Una crisi che mi sembra davvero surreale e che per i cittadini di Basilicata, come per me, appare incomprensibile.
Già nella condizione precedenti allo shock energetico e ai venti di guerra, le urgenze prima descritte di fatto dettavano una agenda politico-programmatica.
Un’ agenda in gran parte già scritta e delineata dal PNRR, come ha ben colto il Piano strategico regionale, e che spero che più di qualcuno tra i consiglieri regionali ha avuto modo di maggiormente comprendere ora che si vanno dipanando le diverse Missioni del Piano, che di fatto ridisegnano interi settori dell’economia. Come non accorgersi ad esempio che l’attuazione del PNRR di fatto anticipa in tanti ambiti scelte politiche e pianificatorie che in altri momenti ci avrebbe visti occupati in lunghi e serrati confronti e che adesso vengono invece sollecitati a rapidità di decisioni, con criteri stringenti dettati dallo stesso governo, come nel caso della sanità e della medicina territoriale, come nel caso della scuola e del dimensionamento scolastico e così via…
Nonostante questo scenario ben chiaro, mi è stato proposto dalla Lega di rivedere la nostra agenda programmatica con distinguo, precisazioni, sollecitazioni a farci carico di alcune questioni più che di altre. Mi è sembrato doveroso accogliere questo invito nell’auspicio che servissero a spronarci ad un rinnovato impegno e a perimetrare meglio e di più il lavoro di questa seconda parte della legislatura.
In questa prospettiva ho chiesto anche agli altri partiti della maggioranza dei documenti programmatici, cercando per parte mia di richiamare l’attenzione sulle questioni maggiormente correlate ai maggiori fattori di crisi, alle principali urgenze.
Questo percorso. che avrebbe poi dovuto tradursi in proposta di nuovo governo, ha trovato l’impaccio dell’armonizzazione tra interessi politici programmatici e legittime aspirazioni personali, di fatto non trovando una quadra.
Di qui la lentezza dello svolgersi di questo processo nel mentre incalzano gli eventi e pressanti sono le necessità vecchie e nuove che vanno emergendo a cui siamo chiamati a far fronte.
I tempi della politica non sembrano coincidere con i tempi della storia. E’ questa una prima osservazione che mi viene di fare.
La velocizzazione dei processi è la costante di questa fase storica. Una velocizzazione che riguarda questioni fondamentali: il rilancio dell’economia attuato attraverso la spinta all’edilizia (il superbonus), anche sopportando i rischi connessi a tale velocizzazione, e l’immissione di liquidità sul mercato, sia per investimenti pubblici che privati, impegnando un volume di spesa pubblica con il PNRR in tempi rapidissimi rispetto ad esempio alle cadenze settennali (e più) dell’attuazione dei fondi strutturali. Di fronte a queste evidenze comprendiamo tutti come queste dinamiche della nostra politica regionale siano incomprensibili.
Nonostante tutto, è nel mio temperamento cercare mediazioni, consenso, equilibrio, moderazione.
Comprendo oggi, alla luce della crisi politica in atto, che questa mia attenzione alle forze politiche, e in particolare a quelle con cui ci siamo presentati al corpo elettorale, possa essere interpretato come un segnale di eccesso di attendismo e non come l’esercizio di una pazienza finalizzata a cercare un punto di condivisione, come l’espressione di un carattere moderato che cerca di andare al cuore dei problemi, cercando di non correre dietro alle intemperanze di qualcuno, alle incomprensioni o a piccole divergenze su questo o quel punto.
E resto convinto che i lucani che mi hanno votato si sono identificati in questo tratto che privilegia una certa sobrietà nei toni, una certa moderazione e una forte tenacia negli intenti, per garantire un buon governo della comunità.
Nella vita però, ciascuno sceglie da che parte stare, non a chiacchiere ma con i comportamenti, con il linguaggio, con lo stile con cui si esercita la propria funzione di servizio.
Devo constatare oggi che questo impegno rischia di non dare i suoi frutti. Che questo stile rischia di essere interpretato come un segnale di debolezza. Ma vi assicuro che così non è.
Sono sempre stato libero e sono libero dalla tentazione del ruolo di governo a tutti i costi. Così come antepongo al mio interesse personale quello della comunità che se mi ha votato, con elezione diretta si badi, ha riposto fiducia in me, innanzitutto, chiedendomi di fare il possibile e più del possibile per dare speranza e futuro alla comunità.
E con me ha scelto una coalizione, un orientamento politico e di pensiero di discontinuità con il passato. Ma soprattutto ha chiesto e chiede che ci occupiamo di ciò che veramente urge, e in questo frangente chiede a me e a tutti (maggioranza ed opposizione) di sostenerli nella traversata in questo frangente così difficile e gravido di rischi.
Per affrontare un tempo così gravido di imprevisti non credo ci sia più spazio per rivendicazioni di carattere personale, o pretese di poltrone a tutti i costi, senza fare i conti da un lato con le aspettative degli altri partiti e dall’altro con l’interesse generale di poter contare su un governo coeso e unito.
Questa mediazione compete e spetta alla politica e ai partiti.
In questo momento non mi resta che prendere atto di una fase di stallo, di questa difficoltà a comporre interessi politici e aspettative individuali.
Da parte mia non posso che rinnovare il mio richiamo alla responsabilità.
Di qui la revoca delle deleghe assessorili al fine di accelerare il processo di ricomposizione del quadro politico, al fine di addivenire a nuova nuova giunta. Questo servirà anche per richiamare ogni consigliere regionale ad anteporre agli interessi di parte e alle aspirazioni personali il senso dell’ora presente, la piena consapevolezza di un tempo straordinario e gravido di urgenze.
Un invito soprattutto rivolto ai colleghi della maggioranza, non più in privato, con la cordialità e la sincerità che mi contraddistingue nei rapporti interpersonali, ma pubblicamente, perché all’opinione pubblica che ora dobbiamo dare risposta.
E poiché tutto questo accade in tempi straordinari e nel quadro storico politico ed economico prima descritto, intendo incontrare tutti i consiglieri regionali per verificare se vi è condivisione di lettura della gravità dei fattori di contesto, delle urgenze da affrontare, e in ultima analisi della volontà di procedere in questa legislatura.
Intendo anche rassicurare i lucani.
Io ci sono, non risparmierò energia e volontà per dare un positivo sbocco alla crisi ma nel solo interesse dei lucani, sempre pronto al confronto e volto a fare accadere le cose, ossia a promuovere quei provvedimenti e quelle iniziative di governo in grado di sostenere il rilancio della società e dell’economia lucana.
Io ci sono. Solo per la Basilicata e solo per i lucani. Come sapete, non ho altri interessi”.