Doppi incarichi, serve una norma regionale
“La pratica di ricorrere alla condivisione di dirigenti, se opportunamente regolata, può rilevarsi un vantaggio per le casse regionali”. A sostenerlo è il segretario regionale della Cisl Basilicata (con delega al pubblico impiego), Enrico Gambardella, secondo cui “siamo certamente in presenza di un fenomeno cresciuto in maniera selvaggia e indiscriminata, dove è possibile ravvisare una serie di abusi e distorsioni nel ricorso non regolamentato a consulenze esterne da parte di alcuni enti, anche sub-regionali, ma sarebbe il caso di non gettare il bambino con l’acqua sporca, distinguendo tra i casi effettivi e documentati di abuso e quelli dove, al contrario, la consulenza esterna di dirigenti regionali, adottata in maniera economicamente virtuosa e temporanea, ha permesso di abbattere notevolmente la spesa per il personale in considerazione del fatto che un dirigente ‘in condominio’ costa di gran lunga meno di un dirigente in pianta stabile”.
Secondo Gambardella “piuttosto che fare del facile populismo, sarebbe opportuno imparare dalle migliori esperienze europee, dove la condivisione temporanea di figure dirigenziali è prassi sia nel pubblico che nel privato, una pratica che consente di razionalizzare le risorse disponibili utilizzando al meglio non solo le professionalità ma anche, senza raddoppiarle, le apprezzabili retribuzioni già proprie di questi pubblici dipendenti. Quindi meglio definire una normativa di riferimento che riduca e/o impedisca le consulenze d’oro private, spesso inutili ed in sovrapposizione a risorse professionali già disponibili, ed utilizzi razionalmente i dirigenti regionali, stabilendo ambiti, ruoli, funzioni, incompatibilità e limiti di spesa, assicurando la necessaria trasparenza degli incarichi e consentendo, in questi ambiti, il loro impiego su più enti.
Del resto forme di temporany management, legate al raggiungimento di specifici obiettivi organizzativi, sono già in uso nel privato e anche in molti Comuni è da tempo invalsa la condivisione di figure professionali di elevato livello” distribuendone la spesa tra i diversi utilizzatori.
“Il vero scandalo che andrebbe costantemente denunciato alla Corte dei conti – aggiunge Gambardella – è l’utilizzo indisturbato, spesso arbitrario e immotivato, di contratti di consulenza esterna, pratica che molti amministratori adottano per ripagare con soldi pubblici vicinanze politiche ed amicizie interessate, come anche il proliferare di enti e aziende pubbliche che, con il loro corredo pletorico di presidenti, amministratori delegati e consiglieri di amministrazione, con la frequente motivazione di arricchire la “governance territoriale”, gravano, senza alcun reale beneficio, sulle spalle del cittadino contribuente. È qui che si annidano gli sprechi ed è qui che occorre intervenire con radicalità draconiana – conclude Gambardella – semplificando strutture e livelli amministrativi e tagliando qualche incarico e poltrona di troppo, con buona pace degli aspiranti di turno che oggi impartiscono lezioni di morale senza averne alcun titolo”.