Vigilanza, la Fisascat Basilicata revoca lo sciopero
La Fisascat Cisl Basilicata ha deciso di revocare lo sciopero degli addetti al servizio di vigilanza armata delle sedi della Giunta regionale previsto per il 12 aprile. Lo ha reso noto nel primo pomeriggio di oggi la segretaria generale Emanuela Sardone “in considerazione della volontà dalle parti firmatarie dell’accordo prefettizio del 31 luglio 2020 di pervenire alla risoluzione della vertenza e tenuto conto delle prime concrete risposte pervenute sia dall’Ati aggiudicataria del servizio che dalla committente Regione Basilicata”.
In particolare, dando seguito agli impegni assunti nel verbale d’incontro del 22 marzo, l’associazione temporanea d’impresa capeggiata dall’istituto di vigilanza Città di Potenza – spiega la sindacalista – “ha provveduto a riformulare la proposta individuale di variazione in aumento dell’orario contrattuale, proposta fino ad allora da noi ritenuta inaccettabile poiché non conforme alla normativa generale e di settore, rimandando esplicitamente la disciplina di ferie e permessi al contratto collettivo nazionale applicato”. Dal canto suo, la Regione Basilicata, nel corso del tavolo che si è tenuto ieri, “ha finalmente comunicato l’effettiva predisposizione del capitolo di spesa per la ricognizione dei servizi di vigilanza, in ottemperanza a quanto previsto nel verbale prefettizio di cambio d’appalto del 2020”.
“C’è soddisfazione per essere riusciti ad instradare questa lunga e logorante vertenza su un binario positivo”, è il commento della segretaria della Fisascat secondo cui “adesso ci sono le condizioni per aprire una fase veramente nuova improntata a corrette relazioni sindacali e al rispetto rigoroso di accordi e norme contrattuali. L’auspicio è che il cambio della guardia al dipartimento attività produttive non rallenti il percorso intrapreso e che si possa subito attivare il tavolo tecnico per monitorare l’effettiva traduzione, in termini di servizi e monte ore, della partita economica e per accompagnare la vertenza verso una risoluzione definitiva che ponga al centro dell’agire comune la dignità del lavoro quale priorità essenziale”.