Crisi del latte, la nota di Eduardo Celentano (Legacoop Agroalimentare)
“Il brusco innalzamento dei costi dell’energia e delle materie prime nella filiera lattiero-caseria, sopraggiunto a valle di una pandemia che ha già pesantemente indebolito il comparto, rischia di mettere definitivamente in ginocchio i produttori”. A lanciare il grido di allarme è Eduardo Celentano, allevatore lucano e responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare, che chiede alle istituzioni di rafforzare le misure di sostegno a un settore, quello zootecnico, tra i più colpiti dalla crisi.
“A partire dallo scorso mese di marzo, i costi per la sola parte agricola della filiera del latte sono notevolmente aumentati rispetto all’anno precedente e il trend non sembra rallentare”, spiega Celentano. “In questo scenario la cooperazione sta facendo la propria parte, dimostrando ancora una volta capacità di resilienza, solidarietà verso i soci e il non voler lasciare indietro nessuno. Da conferitore della cooperativa Granlatte (Gruppo Granarolo), posso tranquillamente testimoniare la vicinanza del gruppo in questa fase. Durante la pandemia, anche nel corso del lockdown, quando il prodotto è rimasto nelle stalle di molti allevatori, Granlatte ha continuato a raccogliere fino all’ultima goccia il latte dei propri soci. E anche a marzo, quando il rincaro dei costi di produzione ha messo in crisi gli allevatori, Granlatte ha subito aumentato il prezzo del latte alla stalla del 15% circa. Un segnale importante, un aiuto consistente che ha scongiurato la chiusura di molte stalle e che ha prontamente ricevuto il plauso di tutte le organizzazioni agricole a livello nazionale”. “È bene ricordare che l’importanza di Granlatte, in Basilicata, va al di là il prezzo d’acquisto: funge da regolatore di un mercato disomogeneo, divisivo e instabile. Disomogeneo perché il prezzo d’acquisto degli approvvigionatori è alquanto volatile, divisivo perché gli allevatori sono spesso indotti a non comunicare tra loro, instabile perché non c’è certezza delle tempistiche di pagamento”, puntualizza Celentano. “La cooperativa rappresenta invece un punto di riferimento trasparente, solido e affidabile, estremamente puntuale, dunque una prima importante linea di sbarramento nei confronti di furbi avventurieri, piccoli e grandi”.
“Purtroppo i prezzi delle materie prime, in ulteriore accelerazione anche in seguito all’invasione dell’Ucraina, hanno continuato a spingere al rialzo l’inflazione. E questo, naturalmente impatta sull’intera catena del valore, fino ai prezzi al consumo e agli alimentari”, continua. “Siamo certi che, come sempre, la cooperativa Granlatte farà la sua parte riallineando ulteriormente il prezzo di acquisto, ma tutti gli anelli della filiera stanno accusando il colpo. La parte industriale ha visto l’aumento dell’energia, del packaging, della carta, della plastica e della logistica; di conseguenza, complice l’attuale carenza di latte sul mercato internazionale, il prezzo dei prodotti sugli scaffali ha subìto un aumento, generando non pochi malumori”.
“Gli sforzi della cooperazione non possono però essere risolutivi. Occorre oggi intervenire sulla mitigazione di un’onda inflattiva che, in caso contrario, viene per lo più scaricata sull’anello debole della catena, ovvero sui produttori, e gli interventi sin qui messi in campo non sono sufficienti. Per questo sono necessarie misure strategiche, a livello comunitario, e interventi puntuali di sostegno ai produttori a livello più locale”. “Evitare la chiusura delle stalle e stabilizzare il comparto zootecnico ha un’importanza strategica che che non riguarda solo l’economia regionale – conclude il responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare – ma ha una rilevanza sociale e ambientale. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di tanti elementi, soprattutto di persone che da intere generazioni presidiano i territori evitandone lo spopolamento e il degrado, soprattutto in zone svantaggiate e marginali come le aree interne della Basilicata”.