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Sanità, Giuliano (Ugl): “Dopo il Covid, ancora troppe le emergenze dimenticate”

Dopo la fase critica di gestione della pandemia, che ha portato alla luce tutte le falle presenti nel SSN, ci saremmo aspettati degli interventi strutturali forti, per riportare le nostre strutture ospedaliere ad erogare un adeguato livello di assistenza dei cittadini”, dichiara in una nota il Segretario Nazionale UGL Salute Gianluca Giuliano. “Tante sono le emergenze dimenticate, su cui non è possibile più attendere una risoluzione. L’assenza, quasi completa, nei programmi elettorali da parte della politica di contenuti riguardanti la Sanità non è affatto un buon segnale – prosegue il sindacalista – ma, come organizzazione sindacale, non faremo sconti al nuovo Governo circa una serie di
interventi urgenti che dovranno essere sicuramente prioritari e di fondamentale importanza”.
Il Segretario della UGL Salute afferma ancora: “Mancano principalmente ingenti investimenti verso chi ha dimostrato di reggere in piedi tutto il Sistema, anche nei momenti più bui, ovvero il personale sanitario. A conti fatti, gli operatori necessari per colmare le attuali carenze di organico si attesterebbero intorno alle 80.000 unità, servono quindi assunzioni con le dovute forme contrattuali, insieme alla lotta al
precariato, che purtroppo resta ancora una grave criicità, e una programmazione di interventi adeguata, che porti le retribuzioni al livello della media europea e la possibilità di crescita professionale che oggi è quasi azzerata”.
Il Segretario ha inoltre evidenziato: “La sanità territoriale è ancora tutta da costruire e che, nonostante le ingenti risorse destinate dal Pnrr, le case e gli ospedali di comunità rischiano di essere scatole vuote senza personale. A ciò si aggiunge l’esiguo numero di medici di base con la possibile chiusura di oltre 5000 ambulatori nei prossimi anni, come anche la situazione dei pronto soccorso costantemente al collasso, con la fuga di sanitari che scappano per le insostenibili condizioni di lavoro. Senza dimenticare la telemedicina che parte, a tutti gli effetti, senza competenze, con la presunta svolta digitale del fascicolo sanitario elettronico, che rischia di arenarsi per mancanza di tecnici che possano gestire questo passaggio. Intervenire con urgenza è l’unica via d’uscita non più procastinabile”, conclude il sindacalista.
 

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