La badessa di San Giuliano
La bibliografia sul monachesimo al femminile si è arricchita negli ultimi anni di nuove opere con il proposito di indagare e penetrare nell’animo delle religiose e di capire i tanti “perché”, lasciati insoluti. Ne sono un illuminante esempio “Le Murate vive” di Donatella Pezzino, “Le Vostre Case come di cristallo” (Dionigi Tettamanzi), “Il Velo Segreto” (Cladia Baldini), “La Clausura delle monache” (Jean Prov), “Lo Spazio del silenzio” (Giovanna Paolini), “Clausura” di Expedita Fischer. Ne sono autrici in gran parte delle donne, forse perché hanno una maggiore sensibilità a capire le verità nascoste delle cosiddette segregate di Dio. “La Badessa di S. Giuliano”, romanzo pubblicato di recente da Marisa Di Bello, costituisce una innovazione rispetto ai canoni tradizionali ed offre diverse chiavi di lettura e di interpretazioni proponendo anche inquietanti e intriganti interrogativi e profonde analisi retrospettive e psicologiche sul mondo claustrale. Tutto questi avvalendosi di uno stile scorrevole e sobrio per raccontare una storia che avvince il lettore, lo tiene con fiato sospeso sino alla fine, con un tuffo nel passato quasi a diretto contatto con i protagonisti. Ma è anche un romanzo nel romanzo o, se vogliamo, nei romanzi perché racconta storie diversificate solo apparentemente disgiunte, ed invece legate da un solo filo conduttore. Ed è proprio in questa grande capacità di inventiva nel delineare caratteri delle più diverse classi, che il destino dei protagonisti diventa vicenda umana vera propria. Al centro della narrazione la tormentata, triste e dolorosa storia d’amore e di passione tra la badessa suor Crocifissa (al secolo Lucrezia) e il ricco proprietario Pietro Forzano, una vicenda che pare subito anomala, diversa e particolare con un presente dinamico ma senza futuro. Ne sono consapevoli i due protagonisti che, poi, alla fine sceglieranno la via più razionale e forse più giusta. Suor Crocifissa, dopo la chiusura del monastero di S. Giuliano a causa di intrighi e contese fra le suore, non cancellerà mai dal suo cuore la fede religiosa ed opterà per un nuovo modello di vita, abbracciando una nuova vita ma nel suo cuore non smarrirà mai lo spirito monacale mentre Pietro si rassegnerà senza sofferenza e ritornerà nella sua famiglia. Una storia che si consuma inevitabilmente e che vede i protagonisti sempre più rassegnati al loro destino. La figura di Lucrezia, con tutti i suoi drammi e le sue contraddizioni e debolezze, è inquadrata dalla Di Bello più nel suo profilo di donna che di religiosa. Sullo sfondo altre vicende storiche realmente accadute e documentate da un fitto carteggio fra curia e un monastero di clarisse localizzato in una località del sud, con le inevitabili rivalità fra gruppi di suore nel contesto di una esistenza claustrale drammatica che l’autrice analizza in tutti i suoi aspetti. Il romanzo di Marisa Di Bello si caratterizza anche per il forte impatto ambientale, con fascinose e suggestive descrizioni di una natura ancora incontaminata, quasi pennellate d’autore, per descrivere “gli spazi immensi dei campi, la distesa verde azzurra del mare che allargano il cuore e gli orizzonti di una vita condotta all’insegna della necessità che consentono di percepire la bellezza della natura.” Un romanzo-verità che proprio oggi, in pieno clima della Ricorrenza del 150° Anniversario dell’Unità è più che mai attuale. I fatti narrati si svolgono infatti quando erano ancora in corso i provvedimenti restrittivi di soppressione degli ordini religiosi e dell’asse ecclesiastico. “La Badessa di S. Giuliano” è stata presentata a Marconia, presso il Cecam, con interventi di Giovanni Di Lena, Giuseppe Coniglio e Dino D’Angella e conclusioni dell’autrice. (G. C.)
Nativa di Pisticci, Marisa Di Bello vive a Bari. Ha collaborato a numerosi periodici tra cui “Cosmopolitan”, “Noi Donne” e da oltre venti anni collabora alla rivista di cultura ed economia “Nelmese”. Tra le inchieste di successo pubblicate: “Le Ragazze degli Anni Ottanta” (Ed. Levante, Bari) ; “Viaggio nei Pianeti Diversi” sui gruppi di tendenza per “Nelmese”; “Donne Nere” per “Cosmopolitan” sulle mutilazioni sessuali subite da donne musulmane presenti a Bari; “Isole”, inchiesta radiofonica in dieci puntate trasmessa da Radionorba, sui vari gruppi etnici presenti sul territorio.
(G.C.)