Acquedotto Lucano, Cifarelli PD: “Ancora senza bilancio approvato”
L’approvazione del bilancio di esercizio decorsi i termini di legge è ormai una regola della gestione Aql dell’Amministratore Andretta. Per il secondo anno consecutivo, infatti, a tutt’oggi non risulta approvato il bilancio di esercizio 2022. Lo scorso anno il bilancio 2021 è stato approvato a settembre 2022, oltre i 180 giorni consentiti dalla legge e il bilancio 2022 si sarebbe dovuto approvare entro, al massimo, il 29 giugno 2023. Ma ad oggi non risulta ancora convocata l’assemblea dei soci per l’approvazione dello stesso.
E’ possibile che solo in acquedotto lucano è vigente un codice civile ad hoc, mentre tutte le altre società rispettano le norme di legge? E’ una situazione paradossale e mai verificatasi dalla data di costituzione di Acquedotto lucano e che è contraria al principio di trasparenza e legalità tanto ostentato dall’Amministratore Andretta!
Tutto ciò appare ancora più paradossale se si considera che la Regione Basilicata ha riconosciuto all’Acquedotto Lucano un contributo di ulteriori 30 milioni di euro che si aggiunge ai 20 milioni che viene erogato ormai da dieci anni per calmierare le tariffe del servizio idrico integrato.
Una precisazione è doverosa! Sono stati fatti diversi proclami tanto dal Presidente Bardi, quanto dall’Amministratore Andretta e dall’Amministratore del gestore del servizio idrico Santarsiero sull’impegno di non effettuare alcun aumento tariffario a carico degli utenti. Tuttavia tale proclama non considera che lo stesso Bardi e Santarsiero sono i responsabili dell’ultimo consistente aumento tariffario a carico degli utenti relativo al 2021, 2022 e 2023.
Ma non è solo la mancata approvazione del bilancio a rappresentare lo stallo di Acquedotto Lucano nell’ultimo biennio. Non sembra infatti che siano stati rispettati i programmi enunciati da Andretta all’inizio del suo mandato e nelle successive assemblee dei soci e che promettevano assunzioni, risanamento a largo spettro di una società – a detta di Andretta e Bardi- sinora mal gestita, risoluzione dei problemi relativi alla depurazione e al contenimento dei costi energetici.
Cosa sta facendo l’attuale amministratore per garantire l’attuazione di tutti i programmi ed i progetti messi in campo nei precedenti anni e non ancora conclusi? E se non riesce a concludere quelli, come può pensare di rispettare la tempistica alquanto ristretta per la gestione dei finanziamenti conseguiti in quest’ultimo anno, soprattutto considerata l’organizzazione aziendale priva delle diverse figure manageriali a cui è stata concessa l’aspettativa? E dove un unico dirigente tecnico fa il controllore di se stesso a discapito di una corretta gestione dei processi aziendali e della qualità del servizio.
E che fine ha fatto l’accordo con la Puglia, tanto pubblicizzato, che comporterebbe enormi benefici per il bilancio di acquedotto lucano?
Sarà interessante esaminare il bilancio 2022 che, oltre ad avere rilevanti costi energetici rispetto ai quali non sembra siano state messe in campo azioni per la riduzione sostanziale degli stessi, se non l’inaugurazione di impianti fotovoltaici finanziati, progettati ed appaltati nelle precedenti gestioni, ci dicono presenterà elementi positivi derivanti dalle prudenti azioni delle gestioni pregresse.
Temiamo che in questi due anni di gestione la nuova amministrazione abbia determinato solo tanta confusione. Prima parlando per mesi di 80 milioni di euro di perdite con il rischio di ricorrere a procedure concorsuali e poi paventando la costituzione di una nuova società finita nel nulla.
Il Presidente Bardi il 23 aprile con una acrobazia verbale ha dichiarato scongiurata la potenziale crisi aziendale della società che non sembra esserci mai stata. Con tutta probabilità la situazione finanziaria è stata determinata semplicemente da un aumento generalizzato dei costi energetici che hanno portato la società addirittura alla cosiddetta gestione in salvaguardia (con ulteriori incrementi della tariffa) sempre evitata nel corso degli anni precedenti.
Ci attendiamo che nel corso dell’assemblea che esaminerà il bilancio l’Amministratore e la Regione, socio di maggioranza, possano fornire ai comuni soci adeguate motivazioni rispetto alle inefficienze rappresentate ed al continuo ricorso a fondi pubblici ed aumenti tariffari per ripagare inefficienze gestionali.
L’auspicio è che l’attuale gestione non perda di vista il rispetto delle norme di legge, ponga in essere azioni credibili per far riacquistare da tutti gli stakeholders fiducia nella società ed adotti un criterio più trasparente ed efficiente nella gestione del personale investendo sullo stesso con modalità organizzative più moderne ed attuali per un rilancio della società, un maggiore coinvolgimento dei sindacati e le tanto attese assunzioni visti i tanti pensionamenti che ci sono stati negli ultimi anni.
E’ possibile che solo in acquedotto lucano è vigente un codice civile ad hoc, mentre tutte le altre società rispettano le norme di legge? E’ una situazione paradossale e mai verificatasi dalla data di costituzione di Acquedotto lucano e che è contraria al principio di trasparenza e legalità tanto ostentato dall’Amministratore Andretta!
Tutto ciò appare ancora più paradossale se si considera che la Regione Basilicata ha riconosciuto all’Acquedotto Lucano un contributo di ulteriori 30 milioni di euro che si aggiunge ai 20 milioni che viene erogato ormai da dieci anni per calmierare le tariffe del servizio idrico integrato.
Una precisazione è doverosa! Sono stati fatti diversi proclami tanto dal Presidente Bardi, quanto dall’Amministratore Andretta e dall’Amministratore del gestore del servizio idrico Santarsiero sull’impegno di non effettuare alcun aumento tariffario a carico degli utenti. Tuttavia tale proclama non considera che lo stesso Bardi e Santarsiero sono i responsabili dell’ultimo consistente aumento tariffario a carico degli utenti relativo al 2021, 2022 e 2023.
Ma non è solo la mancata approvazione del bilancio a rappresentare lo stallo di Acquedotto Lucano nell’ultimo biennio. Non sembra infatti che siano stati rispettati i programmi enunciati da Andretta all’inizio del suo mandato e nelle successive assemblee dei soci e che promettevano assunzioni, risanamento a largo spettro di una società – a detta di Andretta e Bardi- sinora mal gestita, risoluzione dei problemi relativi alla depurazione e al contenimento dei costi energetici.
Cosa sta facendo l’attuale amministratore per garantire l’attuazione di tutti i programmi ed i progetti messi in campo nei precedenti anni e non ancora conclusi? E se non riesce a concludere quelli, come può pensare di rispettare la tempistica alquanto ristretta per la gestione dei finanziamenti conseguiti in quest’ultimo anno, soprattutto considerata l’organizzazione aziendale priva delle diverse figure manageriali a cui è stata concessa l’aspettativa? E dove un unico dirigente tecnico fa il controllore di se stesso a discapito di una corretta gestione dei processi aziendali e della qualità del servizio.
E che fine ha fatto l’accordo con la Puglia, tanto pubblicizzato, che comporterebbe enormi benefici per il bilancio di acquedotto lucano?
Sarà interessante esaminare il bilancio 2022 che, oltre ad avere rilevanti costi energetici rispetto ai quali non sembra siano state messe in campo azioni per la riduzione sostanziale degli stessi, se non l’inaugurazione di impianti fotovoltaici finanziati, progettati ed appaltati nelle precedenti gestioni, ci dicono presenterà elementi positivi derivanti dalle prudenti azioni delle gestioni pregresse.
Temiamo che in questi due anni di gestione la nuova amministrazione abbia determinato solo tanta confusione. Prima parlando per mesi di 80 milioni di euro di perdite con il rischio di ricorrere a procedure concorsuali e poi paventando la costituzione di una nuova società finita nel nulla.
Il Presidente Bardi il 23 aprile con una acrobazia verbale ha dichiarato scongiurata la potenziale crisi aziendale della società che non sembra esserci mai stata. Con tutta probabilità la situazione finanziaria è stata determinata semplicemente da un aumento generalizzato dei costi energetici che hanno portato la società addirittura alla cosiddetta gestione in salvaguardia (con ulteriori incrementi della tariffa) sempre evitata nel corso degli anni precedenti.
Ci attendiamo che nel corso dell’assemblea che esaminerà il bilancio l’Amministratore e la Regione, socio di maggioranza, possano fornire ai comuni soci adeguate motivazioni rispetto alle inefficienze rappresentate ed al continuo ricorso a fondi pubblici ed aumenti tariffari per ripagare inefficienze gestionali.
L’auspicio è che l’attuale gestione non perda di vista il rispetto delle norme di legge, ponga in essere azioni credibili per far riacquistare da tutti gli stakeholders fiducia nella società ed adotti un criterio più trasparente ed efficiente nella gestione del personale investendo sullo stesso con modalità organizzative più moderne ed attuali per un rilancio della società, un maggiore coinvolgimento dei sindacati e le tanto attese assunzioni visti i tanti pensionamenti che ci sono stati negli ultimi anni.