Un cast di 200 figuranti porta in scena “La Storia Bandita” nel Parco della Grancia a Brindisi di Montagna
E’ il cinespettacolo la “Storia Bandita” il perno fondamentale del Parco della Grancia di Brindisi Montagna, il primo Parco storico rurale e ambientale d’Italia che ogni sabato di agosto, compreso il giorno di Ferragosto, e tutti i sabati di settembre, aprirà le porte ai visitatori. Una kermesse di teatro popolare e multimediale, unico in Italia, sinergico connubio tra musical, cinema e teatro, che in venti anni ha portato oltre 500mila visitatori. Duecento i figuranti coinvolti, tutti soci della Pro loco di Brindisi. Tra questi anche giovani speciali come Eleonora Salbini, 27 anni di Potenza. “Da molti anni partecipo allo spettacolo della Grancia, non vedevo l’ora di ritornare a fare lo spettacolo spiega – mi piace tanto fare la processione e poi andare sopra il carretto, e dopo lo spettacolo si mangia tutti insieme”. Eleonora, ragazza con sindrome di Down, ha partecipato al cinespettacolo ancora minorenne con la mamma Maria e il papà Gianfranco. La scelta dei genitori è stata dettata dalla necessità di frequentare gruppi per far sì che Eleonora si integrasse nel giusto modo in vari contesti sociali. La Grancia è stato un ottimo strumento per raggiungere questo obiettivo; infatti, Eleonora è conosciuta e ben voluta da tutti i figuranti. Oltre a tutto questo, non ha mai sbagliato un ingresso e un’uscita dalla scena e conosce a memoria ogni traccia dello spettacolo. Nel cast anche figuranti esperti. “Sono pratico di set cinematografici, di messa in scena e recitazione, perfino di grandi attrattori turistici e di teatro-ambiente – racconta Fedele Aula – ho offerto il mio contributo professionale a numerosi film indipendenti, cinema narrativo dal futuro incerto e dalla grande forza espressiva e virtù narrativa ed a molte compagnie di teatro e rappresentazioni, prestato la mia interpretazione o la mia assistenza tecnica o registica, ma quello che è accaduto a Brindisi di Montagna è poesia ‘illegale’. La leggenda del temuto Carmine Crocco sposa la vita contadina di un popolo che storicamente incarna la tradizione libertaria di Lucania. I personaggi che interpreto lo denunciano: un popolano del villaggio, serio ed innamorato del suo popolo e Padre Rocco, fedele servitore della causa brigantesca, un francescano abile nell’analisi storica”. Coinvolte, poi, intere famiglie. “Quando si è diffusa la notizia del riapertura del cinespettacolo, la mia famiglia ed io abbiamo colto l’occasione con pura gioia – rimarca Mariapia Smaldone con la Pro loco di e la nuova gestione abbiamo cominciato una nuova avventura, ma con lo stesso spirito di sempre. L’obiettivo è quello di mantenere in vita un patrimonio culturale non solo territoriale. Lo spirito è quello della condivisione: con la mia intera famiglia in primis, per una esperienza che consiglio a tutti, e con gli altri figuranti poi, con i quali si crea un rapporto di vero affetto. Tante famiglie in un’unica grande famiglia”. Fondamentale il ruolo delle ballerine dell’a.s.d. “Diva dance & fitness” di Palazzo San Gervasio. Ad oggi è l’unica scuola che pratica danza orientale in regione, dato che la fondatrice, Luana d’Esposito, è l’unica insegnante qualificata a livello nazionale e all’estero in Basilicata, conosciuta anche nel mondo televisivo.