L’UGL aderisce alla giornata mondiale del rifugiato
I Politici della Basilicata non sono secondi a nessuno quando si tratta di rilasciare dichiarazioni che a volte i cittadini non riescono a capire neanche il perché sull’opportunità di quanto detto, ma su ricorrenze importanti che sicuramente hanno scosso la coscienza dei lucani, nessuno e niente è stato detto. L’UGL Basilicata si chiede come mai nessuna dichiarazione sia stata lasciata sull’importanza che quest’anno l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha dedicato la Giornata Mondiale del Rifugiato al 60° anniversario della Convenzione di Ginevra del 1951, relativa allo Status dei rifugiati, il primo accordo internazionale che impegna gli stati firmatari a concedere protezione a chi fugge dalle persecuzioni per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche. Per Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano, segretario generale dell’UGL Basilicata e componente della confederazione lucana quella trascorsa è stata una data che non può essere sottaciuta, se l’ambasciatrice Angelina Jolie ha lodato l’Italia per non aver chiuso le frontiere, la Basilicata non è da meno. “Liberi dunque da polemiche politiche e non, per l’UGL – proseguono i sindacalisti – è un dato di fatto che il centro di identificazione di Palazzo San Gervasio, in questo momento ospita esseri umani, scappati da realtà ben peggiori di quanto si possa solo immaginare. L’UGL con molto piacere, ha aderito alla giornata mondiale del rifugiato esprimendo la massima solidarietà al prossimo, ovvero a chi in questo momento è più svantaggiato. Il sindacato nasce per tutelare le fasce più deboli, per dare voce a chi ha bisogno di urlare i propri diritti, in linea con questi principi, la nostra non è voluta essere solo un’adesione formale, ma operativa per quanto ci sarà consentito fare. A tal proposito, vogliamo alzare ancora la voce nel denunciare quello che in Basilicata si consuma giornalmente ed i procinto che arrivi altra povera gente: non può essere scambiato un luogo d’accoglienza peggio della galera dove probabilmente lì si vive meglio rispetto al Cie di Palazzo San Gervasio (Potenza). I poveri profughi probabilmente preferiscono il carcere, lì docce e cibo sono buoni. Occorre ancora che vadano scongiurati tassativamente che incresciosi episodi di maltrattamento avvengano in luoghi simbolici di approdo dei popoli che fuggono dalla povertà e dalle guerre che stanno insanguinando la sponda meridionale del Mediterraneo. Questi centri non devono essere business di speculazione economica e poi l’abbandono, tanta di quella povera gente potrebbe avere un contratto di lavoro regolare e versare contributi all’Inps, come altri tantissimi che, se venga ridato ciò che hanno speso per venire in Italia, andrebbero immediatamente e subito al loro paese. Hanno bisogno di pane, di lavoro, di libertà, di giustizia, di pace, di veder riconosciuti i propri inderogabili diritti. Occorrono scelte precise per Palazzo San Gervasio e tutto il territorio: danneggiare ulteriormente la nostra Regione, ad offendere la religione nostra d’appartenenza infangando il popolo ed i cittadini lucani che certamente sono stati e continueranno ad essere ospitali, generosi, trasparenti verso il prossimo, non è certamente una bella cosa in un popolo che di educazione e senso di accoglienza ne ha da vendere”.
UFFICIO STAMPA UGL BASILICATA