Presentato il nuovo bando per il Reddito di Dignità
Questa mattina, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessora al Welfare Rosa Barone, l’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Sebastiano Leo e le direttrici dei dipartimenti Valentina Romano (Welfare) e Silvia Pellegrini (Istruzione, Formazione e Lavoro) hanno presentato in conferenza stampa il nuovo bando per il Reddito di Dignità (ReD), pubblicato sul portale della Regione Puglia lo scorso 5 dicembre.
Per la realizzazione del nuovo bando, il dipartimento regionale al Welfare ha definito la propria politica di inclusione sociale in sinergia con il dipartimento alle Politiche del Lavoro, conciliando il Reddito di Dignità con il percorso 4 del Programma GOL, che è rivolto alla medesima platea di destinatari. A confermare la sinergia tra i dipartimenti è la previsione di équipe congiunte e multiprofessionali, composte dai referenti degli Ambiti territoriali sociali e dei Centri per l’Impiego presenti in ogni distretto; queste figure coopereranno nella fase della valutazione dei bisogni dei nuclei familiari ammissibili al ReD, realizzando un continuo scambio informativo. In questo modo, le persone che, pur in possesso dei requisiti, non dovessero riuscire ad accedere al contributo economico, potranno essere inserite nel programma Garanzia di occupazione e lavoro – GOL.
La gestione della procedura di ammissione al ReD è interamente telematica; avviene su Piattaforma Regionale e, come in passato, è demandata agli Ambiti Territoriali Sociali. Per coprire la più ampia platea di potenziali destinatari, si procederà con un Avviso con graduatoria, che prevede finestre temporali di presentazione delle istanze dei cittadini, programmate nel corso del periodo di vigenza del PR Puglia FESR FSE+ 2021-2027. Della dotazione complessiva dell’Azione 8.9 del PR Puglia 2021-2027, pari a 45 milioni di euro, la prima finestra temporale potrà quindi contare su un ammontare pari a 15 milioni di euro di risorse comunitarie.
I principali requisiti di accesso sono: ISEE non superiore a € 9.360, con limiti massimi più favorevoli per le famiglie numerose fino a 15mila euro; residenza in Puglia da almeno 12 mesi; possesso di capacità residue di autonomia sufficienti a svolgere le mansioni e le attività individuate nel Patto di inclusione sociale attiva. Sono previste incompatibilità con altri strumenti di sostegno similari. L’ulteriore attribuzione di punteggio terrà conto di altri elementi come: composizione del nucleo familiare (ad esempio: essere una giovane coppia o un nucleo familiare unipersonale), numerosità della famiglia (ove composta da cinque o più componenti o da un genitore con almeno tre figli minori) o presenza in famiglia di un componente disoccupato con un’età superiore ai cinquant’anni. A tutela di alcune categorie particolari di persone, viene confermato il meccanismo di inserimento d’ufficio da parte degli Ambiti Territoriali Sociali, con riserva di fondi dedicati con bilancio autonomo, di donne vittime di violenza, persone senza dimora o genitori separati. L’indennità economica di attivazione ha una durata di 12 mesi e un importo massimo di 6.000 euro annui, con ratei mensili.
La vera novità del ReD è rappresentata dalla Dote educativa e di comunità finanziata con complessivi 3.316.000 euro sulla competenza 2023 e 2.500.000,00 sulla competenza 2024, assicurata dal Bilancio Regionale di previsione per l’anno 2023 e dal Bilancio Pluriennale 2023-2025. Le risorse verranno assegnate in favore dei 45 ambiti territoriali pugliesi, con importo variabile in funzione della più ampia personalizzazione dell’intervento. La dote educativa e di comunità affiancherà il sostegno economico erogato mediante il ReD attraverso l’accesso a percorsi, prestazioni e servizi di natura culturale, ludico-ricreativa e di promozione della persona (accesso a teatri, cinema, museo, palestra, frequenza di corsi musicali, eccetera). L’accesso a questi servizi potrà avvenire per un valore minimo di 500 euro fino a un massimo di 1.500 euro annui attraverso una valutazione dei Comuni, in base alle situazioni di difficoltà di ciascuna famiglia.
“La povertà – ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – coinvolge 5 milioni di italiani e non può essere abolita con un singolo provvedimento. La Regione Puglia, però, è in prima linea e sta cercando fare il possibile per attutirne il morso. Perché la povertà morde, uccide i sogni e il talento, e spegne poco a poco l’umana possibilità di dare il proprio contributo alla società. Lottare contro la povertà, in questo senso, significa fare la ricchezza di tutti, e non soltanto migliorare la condizione individuale del singolo. Oggi sono molto orgoglioso di presentare il nuovo Reddito di Dignità della Regione Puglia, e il mio ringraziamento va agli assessori Barone e Leo, alle direttrici di dipartimento Romano e Pellegrini e a tutte le persone che hanno collaborato con loro, incluse le parti sociali, i sindacati e Alleanza contro la povertà, le cui proposte sono state fondamentali”.
“Il Reddito di Dignità – ha proseguito Emiliano – fu il primo ammortizzatore universale a essere adottato in Italia. La misura regionale fu chiamata in questo modo perché nessuna forma di sostegno era erogata senza chiedere in cambio una prestazione, fosse anche di volontariato. Mano a mano, questo strumento si è evoluto. Durante l’esperienza del Reddito di Cittadinanza, ad esempio, il ReD è stato utilizzato per l’assistenza dei caregiver o per il supporto delle donne vittime di violenza. Adesso, purtroppo, a causa dell’abolizione del Reddito di Cittadinanza, il Reddito di Dignità deve tornare a riprendere le sue funzioni originarie: attutire la condizione di deprivazione di chi non può trovare un lavoro e supportare le politiche attive per consentire a chi è disoccupato di trovare un’occupazione”.
“La Regione Puglia – ha concluso il presidente della Regione Puglia – investirà nel ReD 45 milioni di euro; l’investimento partirà con una tranche da 15 milioni, ma voglio dire fin da subito che queste risorse non basteranno. La Puglia è creditrice del governo italiano di 4 miliardi e 600 milioni che il ministro Fitto ancora non le assegna, con danni incalcolabili per tutti i settori dell’economia. Non solo: ieri abbiamo appreso che la Cabina di regia del PNRR ha intenzione di mettere le mani anche sui Fondi europei, negoziando con l’Unione Europea un indirizzo centralizzato della gestione di questi fondi con la scusa del coordinamento della spesa. È bene che si sappia che in questi anni il Reddito di Dignità è sopravvissuto solo grazie all’autonomia che la Regione Puglia ha avuto nel gestire i Fondi europei in un dialogo esclusivo con le istituzioni europee e senza l’intermediazione, alle volte ideologica, dei governi nazionali. Questa autonomia delle Regioni nell’utilizzo dei Fondi europei è un pilastro fondamentale che purtroppo, in queste ore, viene messo in discussione. Ma questa è un’altra partita. Oggi vogliamo dire che al funerale del Reddito di Cittadinanza supplisce l’esistenza perdurante del Reddito di Dignità della Regione Puglia”.
“Con la cancellazione del Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024 – ha proseguito l’assessora al Welfare Rosa Barone – il Reddito di Dignità pugliese assume ancora più importanza per la presa in carico dei singoli e delle famiglie fragili. Con la dote educativa e di comunità, inoltre, permetteremo l’accesso delle persone a percorsi culturali che saranno fondamentali per salvaguardare la dignità di ciascun individuo. Siamo soddisfatti di aver raggiunto, attraverso un lavoro congiunto e partecipato con le parti sociali e l’assessorato al Lavoro, un altro grande traguardo”.
Per l’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Sebastiano Leo, “la Regione Puglia, già prima dell’istituzione del Reddito di Cittadinanza, aveva studiato e sperimentato forme di sostegno al reddito per le persone in stato di difficoltà. A questo proposito, vorrei ricordare il grande lavoro cominciato con l’allora assessore al Welfare Totò Negro, con il quale abbiamo avviato un’importante azione di sostegno alla dignità delle persone più fragili. Oggi proseguiamo quel lavoro con altri strumenti che affiancano allo strumento di assistenza una prospettiva di politica attiva del lavoro come il percorso 4 del Programma GOL dedicato alle persone fragili. Lo abbiamo fatto per dare una risposta alternativa alla platea di soggetti che, pur in possesso dei requisiti, non dovessero ottenere il beneficio previsto dal ReD”.
“Abbiamo ritenuto fondamentale – ha continuato la direttrice del Dipartimento Welfare Valentina Romano – garantire continuità alla misura regionale, che viene riproposta negli elementi essenziali, inclusa l’entità del beneficio e la soglia di reddito per l’accesso, e viene al contempo ripensata, anche in ragione del contesto mutato dopo l’introduzione a livello nazionale delle nuove misure di contrasto alla povertà, dell’Assegno di Inclusione e del Supporto Formazione Lavoro. Il nostro lavoro rappresenta un dovere morale oltre che istituzionale”.
“In tal senso – ha concluso Silvia Pellegrini – l’assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro e la relativa struttura dipartimentale stanno offrendo la propria collaborazione all’assessorato e al dipartimento al Welfare, in complementarietà al ReD, per la presa in carico delle persone a cura dei servizi sociali degli Ambiti e dei Centri per l’Impiego che già si adoperano insieme per l’assessment di GOL”.
In conclusione di conferenza, il presidente Emiliano e gli assessori Leo e Barone hanno voluto ricordare Salvatore Negro, assessore regionale al Welfare scomparso nel 2017. Insieme agli uffici competenti, Negro fu l’ispiratore della misura del Reddito di Dignità.