AttualitàCronacaPoliticaPugliaPugliaPuglia

“Alla mafia non ci sto” e si uccide

Poche parole chiare e dure scritte nel biglietto d’addio dall’operaio della Multiservizi di Bari, Enzo Pavone, 41 anni, che sabato scorso si è lanciato nel vuoto dagli uffici comunali della Ripartizione Lavori Pubblici. Al suo funerale nella piccola chiesa di San Giuseppe Moscati, c’era anche il sindaco Emiliano. All’uscita del feretro un operaio della stessa azienda ha urlato «Non voglio fare la stessa fine di Enzo!», riferendosi ai soprusi che il collega aveva subito. «Veniva spostato da un reparto all’altro – ha denunciato l’uomo – mentre i raccomandati andavano avanti per promozioni non dovute». Pavone qualche tempo fa aveva avuto la forza di denunciare il mobbing subito in azienda, una situazione che l’aveva portato anche a curarsi in una clinica psichiatrica. Fino al gesto estremo.

Il sindaco ha deciso di non sottovalutare le ultime disperate parole dell’operaio scritte in quel biglietto: «Alla mafia non ci sto» ed ha invitato il collega dell’uomo ad un incontro privato e a dare una mano agli inquirenti, raccontando altri particolari che potrebbero essere utili. Emiliano denuncia «i mancati concorsi nella Multiservizi», che hanno favorito l’ingresso di «persone incensurate ma imparentante con i clan mafiosi». Il primo cittadino non esclude infatti che l’operaio possa essere stato «vittima di intimidazioni o prepotenze da parte di quei soggetti che si atteggiano a bulli per i propri cognomi».

Mariateresa Cotugno

Foto: barilive.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *