Futuro Stellantis, la preoccupazione di Evangelista (Fim Cisl Basilicata)
Non piace al segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista il clima di confusione che sta montando intorno al futuro di Stellantis e dell’indotto automotive di Melfi. «In questa fase delicata sono controproducenti i giudizi affrettati e impegnativi che poi, come già accaduto in passato, non trovano riscontro negli atti», sottolinea il sindacalista. «C’è da mesi una interlocuzione con il Governo e dei tavoli che stanano lavorando per mettere la filiera automotive italiana nelle condizioni di affrontare da protagonista la transizione energetica e tecnologica in condizioni di parità con i grandi player mondiali. Abbiamo accolto con favore l’annuncio del ministro Urso del 28 febbraio che a breve ci saranno tavoli stabilimento per stabilimento con l’obiettivo di chiarire quale stabilimento produrrà quali modelli e con quanta occupazione e che entro la fine di marzo ci sarà il primo incontro consultivo sul piano Stellantis. Allo stesso tempo è di fondamentale importanza l’incontro del 21 marzo a Melfi sull’accordo di programma per l’area di crisi complessa del settore dell’automotive organizzato dalla Regione Basilicata e dal ministero delle Imprese e del made in Italy. Tuttavia, è altrettanto importante entrare nel merito delle questioni e avviare un progetto serio e credibile per proteggere i posti di lavoro a Melfi. Il ritardo accumulato è preoccupante. C’è una transizione da accompagnare con progetti finalizzati a sostenere la trasformazione del lavoro, assistere le aziende e preservare l’occupazione, altrimenti molte aziende rischiano la chiusura e la perdita di posti di lavoro. Se non agiamo prontamente attraverso il tavolo nazionale e non diamo il via al progetto Melfi – avverte Evangelista – rischiamo di rivivere la storia negativa delle aree di crisi che hanno semplicemente condotto le aziende verso la chiusura. Pertanto, se è positivo discutere delle notizie, è altrettanto importante tradurre tali discussioni in azioni concrete a vantaggio delle aziende, del lavoro e dei lavoratori».