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Autonomia differenziata, in Basilicata presentato il Comitato provinciale per raccogliere oltre 500.000 firme su scala nazionale per indire il referendum abrogativo della legge cd “Calderoli”

Nella Camera di Commercio di Matera è stato presentato il Comitato provinciale per raccogliere oltre 500.000 firme su scala nazionale per indire il referendum abrogativo della legge cd “Calderoli” (dal ministro della Lega che l’ha promossa). Ne fanno parte oltre 50 organismi associativi. Nei mesi scorsi,  più soggetti hanno promosso diverse iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sui guasti che la Legge Calderoli avrebbe provocato, con lo scopo di stimolare l’opinione pubblica a fermare questa riforma. Ciò tuttavia non è stato sufficiente e il referendum appare ora l’unico strumento che ci rimane per contrastare e sconfiggere un progetto destinato a danneggiare l’intero Paese e a creare ulteriori spaccature e disuguaglianze tra i cittadini delle diverse Regioni.
La Legge Calderoli va abrogata perché:
 
DIVIDE IL PAESE
L’autonomia differenziata spacca l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica, anche a livello europeo. E questo non è un problema solo del Mezzogiorno, ma anche del sistema produttivo del centro-nord.
IMPOVERISCE IL LAVORO
Mette in discussione il contratto collettivo nazionale, che rappresenta un pilastro dell’unità e della coesione del Paese, per rispolverare le gabbie salariali che determinerebbero un ulteriore impoverimento dei salari.
COLPISCE LA SICUREZZA
Regionalizza e frammenta la legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, alimentando una competizione territoriale al ribasso sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.
SMANTELLA L’ISTRUZIONE PUBBLICA
Regionalizzando la scuola, infligge un colpo mortale alla stessa identità culturale dell’Italia. Difendiamo il diritto di studentesse e studenti a una scuola pubblica, nazionale, aperta al mondo.
PRIVATIZZA LA SALUTE
Compromette definitivamente il Servizio Sanitario Nazionale: il diritto alla salute sarà riservato a chi potrà permetterselo, e le Regioni saranno ancor più libere di accelerare il processo di privatizzazione in atto.
DEMOLISCE IL WELFARE UNIVERSALISTICO
Lasciando il “residuo fiscale” alle Regioni più ricche, priva il welfare pubblico e universalistico di risorse fondamentali per garantire i diritti sociali a tutte le cittadine e i cittadini.
FRENA LO SVILUPPO
Sottrae totalmente allo Stato la competenza su materie strategiche: politiche energetiche; reti e infrastrutture; telecomunicazioni; porti e aeroporti; trasporti; ricerca scientifica; ambiente; cultura; rapporti con l’Ue; commercio con l’estero; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; etc., pregiudicando le prospettive dell’intero sistema economico nazionale.
FRAMMENTA LE POLITICHE AMBIENTALI
Rendendo impossibile un efficace contrasto al cambiamento climatico e la conversione ecologica del nostro sistema produttivo.”
Il Comitato Referendario provinciale di Matera nella sua interezza lavorerà senza sosta per l’abrogazione dell’autonomia differenziata che rappresenta una deriva pericolosa, non solo per l’economia, la salute, l’istruzione, il lavoro, per la crescita sociale del Paese ma anche per la stessa democrazia. Si metteranno in campo, pertanto, tutte le iniziative possibili per contrastare la legge e avviando sin da subito la raccolta delle firme per far sì che gli italiani possano esprimersi.
A conclusione dell’assemblea, il Comitato ribadisce la necessità di una gestione condivisa e collettiva tra tutti, sia per sovrintendere e coordinare le delicate e complicate operazioni di distribuzione dei moduli per la raccolta delle firme in ogni aspetto, sia nel raccordo delle diverse iniziative che le organizzazioni e le soggettività proponenti, singolarmente o in forma associata, promuoveranno sui territori per diffondere l’iniziativa e spiegare, una volta di più, le ragioni del referendum.
In questo fine settimana partiranno i primi banchetti informativi per la raccolta firme. Infine, il coordinamento si è dato come obbiettivo di tenere le prime iniziative pubbliche unitarie tra fine agosto e inizio settembre.

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