Crisi automotive, al via lo sciopero nazionale nella Capitale. Dalla Basilicata, ampia partecipazione con venti pullman dell’indotto Stellantis
Questa mattina, autobus, treni e mezzi privati saranno in diecimila a partire solo dalla Campania in direzione Roma, piazza Barberini, h.9.30, per la manifestazione organizzata dai metalmeccanici di CGIL-CISL-UIL. Poi in corteo fino a Piazza del Popolo, dove interverranno le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis e della filiera della componentistica e i segretari generali di Fim-Fiom-Uilm. Proprio pochi giorni fa, l’annuncio di Stellantis di sospendere la produzione nei due stabilimenti campani. Due giorni a Pratola Serra, addirittura nove nella fabbrica di Pomigliano d’Arco. Una crisi che colpisce anche l’indotto. Negli stabilimenti, chi non andrà a Roma resterà fuori ai cancelli. A Torinola manifestazione parte da piazza Castello per raggiungere piazza Palazzo di Città, dove è previsto un presidio dei lavoratori sostenuti dalle sigle Ugl, Fismic e Aqcfrcon gli interventi dei segretari generali. “La Città di Torino è e sarà al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in questa giornata di sciopero – ha dichiarato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo . Per il segretario della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista «non c’è chiarezza nei contenuti e nei metodi riguardanti il futuro della produzione automobilistica e l’integrazione delle auto elettriche. Questi aspetti sono cruciali per garantire la sicurezza di migliaia di posti di lavoro e la stabilità delle aziende del gruppo Stellantis e del suo indotto in Italia». Dalla Basilicata, sarà presente con oltre venti pullman in arrivo nella Capitale, un’ampia delegazione della Fim Cisl, Fiom e Uilm. Secondo il segretario lucano dei metalmeccanici della Cisl Evangelista «le indecisioni provengono sia dalla Commissione europea sia da Stellantis e dal Governo italiano, rendendo valide le motivazioni alla base dello sciopero e della manifestazione del settore automotive di domani a Roma». Evangelista sottolinea che «non ci sono segnali di miglioramento nella situazione di Stellantis e della componentistica. Al contrario, cresce la confusione su come procedere, col risultato che la produzione negli stabilimenti italiani ha subito una drastica diminuzione, con gravi ripercussioni sull’occupazione. L’utilizzo della cassa integrazione – avverte Evangelista – sta diventando un problema per le aziende dell’indotto, sollevando preoccupazioni sulla continuità lavorativa a fine anno». «Il declino del settore automotive oscura ogni prospettiva futura. Questa manifestazione deve scuotere le coscienze di Stellantis e delle istituzioni, dal Governo Italiano al Parlamento europeo, sottolineando l’importanza della responsabilità sociale”. Volumi in calo, tutti gli stabilimenti italiani in difficoltà, mentre il mercato dell’elettrico non decolla e la strategia energetica dell’Europa non dà certezze, tra cambiamenti e restrizioni sui motori tradizionali.