BasilicataCronaca

Due strade di Matera intitolate a vittime di femminicidio

Da oggi la nuova zona di espansione “Matera 90” al rione Agna Le Piane, ha due nuove strade intitolate a Vita Maria Farina e Anna Rosa Fontana, donne materane vittime di femminicidio. Un impegno assunto dall’attuale Giunta comunale, guidata dal sindaco Domenico Bennardi, fin dal suo insediamento in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in seguito alla mozione presentata dalla consigliera Adriana Violetto e deliberata all’unanimità dal consiglio comunale. Quindi, ultimati i lavori di realizzazione delle due strade, stamane il sindaco con l’assessore alle Pari opportunità, Tiziana D’Oppido, hanno tenuto una sobria cerimonia di scopertura delle targhe alla presenza dei familiari delle due vittime e di alcuni consiglieri comunali. «Queste strade resteranno per sempre a testimoniare il sacrificio di queste due donne, vittime come tante altre di un insano senso di possesso che alcuni uomini scambiano per amore. -Ha detto il sindaco- Vogliamo che siano un monito per tutti, in questa zona molto frequentata per la presenza di un supermercato e della Residenza per anziani “Villa Anna”. Dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione e sensibilizzazione delle giovani generazioni, arrivando nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, per avviare da lì una nuova stagione improntata ai valori del rispetto e dell’amore sano». L’assessore D’Oppido ha parlato della scelta di intitolare strade alle donne di Matera: «È un preciso indirizzo politico -ha detto- perché siamo partiti dalle donne che hanno portato lustro alla nostra città, come Teresa Vezzoso, Elisa Springer e Vincenza Castria, per arrivare a coloro che sono state vittime di uomini senza pietà. Matera ha ancora poche strade intitolate a donne, ma stiamo lavorando per colmare questo divario. Il nostro pensiero va anche ai figli di queste povere donne, vittime anche loro perché condannati a un ergastolo di dolore, privati in un solo momento di entrambi i genitori». L’onorevole Stefania Ascari, tra le promotrici del Codice rosso in Italia, ha ringraziato con un messaggio l’Amministrazione comunale per questo impegno simbolico: «Intitolare una strada ad Anna Rosa Fontana e a Vita Maria Farina è un’ottima iniziativa -scrive Ascari- volta non solo a perpetuare il ricordo di due donne la cui vita è stata brutalmente spezzata per mano di uomini violenti, ma anche a richiamare la comunità a riflettere e a sensibilizzarsi sul tema della violenza di genere, che miete vittime quasi quotidianamente e può essere vinta solo con una rivoluzione culturale». Dello stesso avviso i familiari di Farina e Fontana, che hanno partecipato commossi alla piccola cerimonia di scopertura delle targhe sulle strade, dove campeggerà per sempre il nome delle proprie mamme, sorelle o figlie. Anche loro hanno concordato sulla necessità di portare nelle scuole i valori del rispetto e della non violenza, come pure sensibilizzare il Governo ad azioni concrete di sostegno per gli orfani di femminicidio, soprattutto dopo la maggiore età e nella ricerca di un lavoro, quando anche i nonni ed i familiari stretti non possono più essere di supporto morale e materiale. Vita Maria Farina fu uccisa nel 2000, accoltellata davanti ai figli dal marito dal quale si stava separando. Aveva 23 anni. Anna Rosa Fontana morì nel 2010 a 38 anni. Anche lei accoltellata dall’ex convivente, padre della sua terza figlia. Cinque anni prima era sopravvissuta a 15 ferite inferte dall’uomo, che lei aveva denunciato, ma che era tornato libero dopo poco tempo. Tra il primo tentato omicidio e la morte della donna, minacce, aggressioni, uno stalking che la Fontana aveva segnalato alle forze dell’ordine. Richieste d’aiuto rimaste inascoltate.

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