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Ghetto di Santo Stefano, il lavoro delle operatrici di strada per aiutare i migranti stagionali

Girano per capire i bisogni dei migranti presenti nell’insediamento informale di Santo Stefano, effettuano attività di orientamento sui vari servizi socio-sanitari presenti nel territorio, distribuiscono giubbini catarifrangenti che aiutano ad essere più visibili quando si viaggia o camminano per strada, offrono consulenza legale ai braccianti stagionali vittime di truffe con l’ultimo Decreto flussi. Le operatrici di Medtraining dell’unità mobile di strada “Via dal Campo” del progetto “La Puglia non tratta”, con l’Anolf Cisl Foggia e Stazione di Posta – il servizio attivato dall’Ambito territoriale di Cerignola gestito dalle cooperative sociali Altereco, SocialService, Medtraining e Alice, nelle ultime settimane sono state più volte contrada Santo Stefano, nelle campagne di Cerignola, dove da diversi mesi vivono i migranti stagionali impegnati nei lavori nei campi.

 

Sono tutti lavoratori stagionali che la Caritas di Cerignola segue da tempo, prendendosene cura, fornendo beni di prima necessità, come acqua e cibo. Nelle scorse settimane il Comune di Cerignola ha raccolto l’appello della Caritas diocesana e del direttore don Pasquale Cotugno, e si è attivato per organizzare una rete tra le varie realtà del territorio. Tra i bisogni emersi nel corso delle visite emergono in modo particolare l’orientamento al lavoro, legale e sanitario. Anche per questo, è stata effettuata un’uscita insieme all’Asl di Foggia che ha messo a disposizione l’ambulatorio mobile per offrire assistenza sanitaria. Quelli messi in campo sono interventi in risposta all’emergenza alloggiativa ed igienico-sanitaria che da diversi mesi vede impegnati i volontari della Caritas nel cercare di aiutare i lavoratori stagionali. Un intervento reso ancora più importante dalla situazione che le operatrici si sono trovate davanti. Degli oltre 150 stagionali che hanno popolato il ghetto di Santo Stefano soprattutto nel periodo estivo, ora ne sono rimasti poco meno di quaranta. La maggior parte di loro, infatti, si è spostata in altre zone della Puglia e dell’Italia in cerca di lavoro nei campi dopo essere rimasti vittime della truffa dei decreti flussi che disciplinano l’ingresso regolare dei lavoratori non comunitari in Italia. I migranti che hanno dato vita all’insediamento informale in agro di Cerignola, tra le varie necessità emerse, hanno raccontato di essere rimasti vittime di questo sistema.

 


«I ragazzi hanno lo stesso problema. I migranti pagano diverse migliaia di euro ad intermediari, sia di nazionalità italiana sia dei loro Paesi di origine, per avere la certezza di essere chiamati dal datore di lavoro. Ma una volta arrivati nel territorio, il datore di lavoro diventa un fantasma, sparisce e non riescono a mettersi in contatto con lui per regolarizzare la loro posizione ed avere il permesso di soggiorno, così come previsto dal Decreto flussi – racconta Latifa Mouaffaq, presidente dell’Anolf Cisl di Foggia – . Di conseguenza, ora si ritrovano in difficoltà, senza lavoro, senza documenti, senza soldi e senza assistenza, buttati in questo ghetto e non sanno cosa fare, a chi rivolgersi. Il nostro lavoro è informare, sensibilizzare, dare una mano per far capire come devono muoversi, per aiutarli ad uscire da questa difficile situazione». Quelli messi in atto, dunque, sono interventi coordinati con l’Amministrazione Comunale di Cerignola in risposta all’emergenza alloggiativa ed igienico-sanitaria che da diversi mesi vede impegnati i volontari della Caritas nel cercare di aiutare i lavoratori stagionali. Gli operatori di Medtraining continueranno a visitare i migranti mettendo a disposizione i nostri servizi.

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