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Pozzo Cerro Falcone 2, in esercizio già da 8 anni

L’allarme lanciato in relazione all’asserito “nuovo pozzo” Cerro Falcone 2X è totalmente infondato se non estremamente tardivo. La precisazione viene dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata che, dopo le denunce venute da alcuni ambientalisti, ha effettuato una ricognizione sulle vicende che riguardano quel pozzo. Non si tratta di un nuovo pozzo, ma della perforazione Cerro Falcone 2 autorizzata già nel 1994 dal Ministero e realizzata nel 1996. La Valutazione di impatto ambientale è stata rilasciate nel 1999 dal Ministero dell’Ambiente e il Pozzo è in produzione Lpt (Long Performance Test) già dal 2003 con il trasporto del greggio prelevato a mezzo di autobotti.

L’intesa ora rilasciata dalla Regione Basilicata al Ministero dello Sviluppo economico, riguarda solamente la messa in produzione con connessione all’oleodotto. In pratica l’unica differenza rispetto a quanto avvenuto da 8anni a questa parte è che sulle strade della Val d’Agri non viaggeranno più le autobotti, ma il greggio sarà trasportato attraverso le condutture già esistenti.

Ribadendo la propria disponibilità a fornire ogni chiarimento in materia di tutela ambientale ai cittadini e ancor più ai portatori di interesse diffuso, da parte del Dipartimento si sottolinea che un clima di allarme perenne non contribuisce a fare chiarezza su un tema estremamente delicato e seguito con attenzione tanto dalla popolazione quanto dagli uffici regionali.

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