Cura e territorio un binomio da rafforzare in Basilicata
Le valutazioni per l’anno 2023 sui livelli essenziali di assistenza erogati dal servizio sanitario nazionale rispetto a tre aree principali di assistenza quali ospedale, prevenzione e distretto territorio in base a 24 indicatori collocano la Basilicata al 16esimo posto per quanto riguarda la dimensione ospedale al 12esimo posto per la dimensione prevenzione e al 17esimo posto per quanto riguarda la dimensione distretto territorio.
Quindi in tre dimensioni c’è appena una sufficienza e per quel che riguarda la dimensione del territorio vi è una insufficienza; tuttavia, non c’è da tirare un sospiro di sollievo, poiché ci troviamo a valutare i livelli essenziali di assistenza ossia le prestazioni che il sistema sanitario nazionale deve erogare in maniera gratuita ed omogenea su tutto il territorio nazionale, e siamo quindi lontani per quel che riguarda il Sud e la Basilicata dalla omogeneità e dall’ uguaglianza. Questa disparità risulta essere davvero grave perché riguarda il fondamentale diritto alla salute e alla qualità delle cure.
Sicuramente questi dati possono essere preziosi per la programmazione del nuovo piano regionale socio sanitario, non ci consola vedere confermato quello che la Cisl Basilicata e la Federazione dei Pensionati Cisl Basilicata mettono in luce da tempo, ossia la necessità di innalzare qualitativamente e quantitativamente il rapporto sanità e territorio, lo dicono i dati lo raccontano i vissuti delle persone. La popolazione lucana presenta delle specificità quali una elevata prevalenza di cronicità, e conseguentemente, alti tassi di disabilità a cui non sempre viene data una risposta adeguata.
Prevenzione, cronicità, caratteristiche socio-economiche, deprivazione, dispersione territoriale, sono tutti elementi strettamente correlati fra loro. È urgente predisporre sistemi di servizi sociosanitari capaci di contemperare azioni di miglioramento della qualità e della risposta efficace ai bisogni della domanda, spostando l’attenzione sul territorio quale soggetto attivo che intercetti il bisogno sanitario e si faccia carico in modo unitario e integrale delle necessità sanitarie e socio-assistenziali del cittadino-paziente, a partire dalle caratteristiche di area interna del nostro territorio, investendo in capillarità, digitalizzazione, flessibilità organizzativa, telemedicina
In tale prospettiva assume sempre maggiore rilevanza il ripensamento dei ruoli professionali in sanità con il coinvolgimento più ampio di figure differenti da quelle del medico, come ad esempio il farmacista, l’operatore di comunità, persone che si occupano di attività integrative e sussidiarie rispetto a quelle di cura ed assistenza in senso stretto, come l’educazione e monitoraggio, assicurando così una valorizzazione dei servizi alla persona e una tenuta della continuità assistenziale sul territorio soprattutto a salvaguardia delle categorie più fragili.
Siamo fiduciosi che il sistema Basilicata sappia trovare modelli virtuosi che nascono proprio in quelle aree interne che si confrontano con le difficoltà più aspre e di quelle difficoltà sanno fare lezione per mettere a punto dei modelli personalizzati di intervento e di cura, è il caso del comune di San Chirico Raparo, comune di poco più di 900 abitanti che grazie ad una buona progettazione dei fondi PNRR sta sperimentando un modello di salute diffusa ed integrale ed un modello di assistenza domiciliare innovativo denominato il Villaggio come casa che tra le altre cose unisce assistenza sanitaria e residenzialità per anziani e non autosufficienti che restando presso la propria casa sono monitorati h24. Poiché la grandissima parte dei comuni lucani ha le stesse caratteristiche del Comune di San Chirico Raparo, si potrebbe replicare quello che questo virtuoso comune sta facendo e grazie alla sua esperienza perfezionare e migliorare ancora di più in modello in una logica di rete.
Luana Franchini
Segretaria confederale Cisl Basilicata
Giuseppe Amatulli
Segretario generale FNP Cisl Basilicata