Azienda sanitaria di Potenza riduce drasticamente il numero di pannoloni assegnati agli anziani non autosufficienti
I segretari generali della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, e della Fnp Cisl Basilicata, Giuseppe Amatulli, esprimono forte indignazione per la decisione dell’Azienda sanitaria di Potenza di ridurre drasticamente il numero di pannoloni assegnati agli anziani non autosufficienti, numero che, secondo quanto denunciato dalla stampa, passerebbe dagli attuali 360 a 180 unità a trimestre pro capite. Secondo Cavallo e Amatulli «questa misura, motivata da esigenze di contenimento della spesa sanitaria, colpisce in modo ingiusto e inaccettabile le fasce più fragili della popolazione, privandole di un diritto essenziale per la loro dignità e qualità della vita. Non possiamo accettare che il risanamento dei conti della sanità regionale avvenga a discapito degli anziani e dei più deboli. Si tratta di un provvedimento che creerebbe enormi disagi alle famiglie e ai caregiver, costringendoli a sopperire con spese aggiuntive ad una necessità primaria per chi è costretto a letto o ha gravi problemi di incontinenza».
I segretari della Cisl e della Fnp sottolineano come «questa scelta sia frutto di una visione miope e priva di sensibilità sociale che ignora il ruolo fondamentale del sistema sanitario nel garantire assistenza e tutela ai cittadini più fragili. Ci chiediamo come sia possibile che, mentre si continuano a registrare sprechi e inefficienze nella gestione sanitaria, l’unica soluzione individuata sia quella di tagliare servizi essenziali per gli anziani e le loro famiglie». Le due sigle sindacali chiedono pertanto un intervento immediato della Regione Basilicata e nella fattispecie dell’assessore alla Salute Cosimo Latronico «affinché venga revocata questa misura e siano garantiti i livelli minimi di assistenza per tutti gli anziani non autosufficienti». Cavallo e Amatulli sollecitano anche un incontro urgente con l’assessore e la direzione dell’Asp «per trovare soluzioni alternative che non penalizzino i cittadini più fragili perché la sanità pubblica deve essere un diritto per tutti, non un lusso per pochi».