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Meno di due mesi alla scadenza del bando del Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia per la Comunicazione Sociale

Sette settimane, potrebbe essere l’inizio di uno scioglilingua, ma in questo caso è il tempo a disposizione per presentare le candidature al Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia per la Comunicazione Sociale. Le categorie del concorso sono due: i giornalisti under 35 iscritti all’albo e gli studenti delle Scuole riconosciute dall’Ordine dei giornalisti che invece si stanno affacciando alla professione.


Lo scopo principale del Premio è quello di dare visibilità e riconoscere il lavoro dei giovani professionisti impegnati in una produzione giornalistica che non sia una rincorsa all’algoritmo acchiappalike o una complessa ricerca del titolo da cliccare ad ogni costo.


Giovani giornalisti che vedono la professione come il dovere di andare a scovare e raccontare storie che altrimenti resterebbero nascoste, sommerse dalla comunicazione mordi e fuggi, e che invece è necessario far emergere, fosse anche solo per dire “non siete soli”.


Le malattie rare, la disabilità, le problematiche legate alla salute, sono temi che spesso etichettiamo come lontani o marginali, ma che sono vitali per formare la sensibilità sociale e far riflettere sull’importanza dell’integrazione e l’inclusione nella società civile, in un mondo che ci sta tristemente portando verso altri valori e dimensioni.


I motivi per partecipare al Premio sono molti, a partire dalla condivisione degli obiettivi, alla possibilità di farsi spazio nella professione, fino ad arrivare al riconoscimento economico a quattro cifre che può significare tanto per chi sta iniziando un mestiere difficile come quello del giornalista.


Perché, non ci prendiamo in giro, chi oggi sceglie di fare il giornalista sa che il percorso è a ostacoli e che per farsi strada c’è bisogno di tanto sacrificio, quasi come le persone che portano il peso della malattia e che devono quotidianamente lottare per vedere riconosciuti i loro diritti basilari.


Si tratta della nona edizione del Premio, nato in memoria della giornalista Alessandra Bisceglia, che conviveva con una malattia rara che l’ha spenta troppo presto, a 28 anni non ancora compiuti, ed è organizzato dalla Fondazione Viva Ale ETS, costituita in suo onore, e dalla LUMSA, l’Università che Ale aveva frequentato e dove aveva mosso i primi passi da professionista.


La storia di Ale è un chiaro esempio di come si possono ottenere grandi risultati partendo da una posizione di oggettivo svantaggio, e può diventare una motivazione in più per non mollare davanti alle difficoltà: se non la conoscete, visitate il sito www.fondazionevivaale.org, dove troverete anche il bando del Premio.

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