La povertà in Basilicata è solo colpa dell’Istat
La povertà in Basilicata? E’ tutta colpa dell’Istat, che calcola solo la quantità dei consumi. Sono le solite parole ‘a vanvera’ del Presidente De Filippo, ascoltate attraverso Basilicatanet, che ha un unico pregio: quello di trasmettere le sedute del Consiglio Regionale in diretta, e quindi di non poter censurare gli interventi in diretta. E, sempre De Filippo, dice che assegnare 1300 euro al mese come quota di consumo ad una famiglia tipo di tre persone, come fa l’Istat, è quasi un lusso, perché i “lucani sono parsimoniosi”, cioè sanno tirare la cinghia. E’ il caso di fare qualche calcolo in tasca alla famiglia lucana tipo. Se si ha un figlio iscritto ad un’università fuori sede ci vogliono almeno 300 euro per il posto letto e almeno 250 euro per spese di sostentamento e di istruzione. Poi le bollette Enel, gas, telefono, condominio, ecc. incidono almeno per 250-300 euro (escluso i periodi invernali). E per mangiare, sempre raccogliendo l’invito a risparmiare, ci vogliono almeno 300 euro. Se poi si deve pagare il fitto o il mutuo casa bisogna aggiungere altri 300-400 euro. La soglia di povertà, Istat o non Istat, sperando di godere buona salute e di non avere spese straordinarie, è superata, almeno per chi non guadagna come il Presidente, 8-9 mila euro al mese più il salario della moglie 2-2500 euro. Per questo le parole del Governatore sono davvero un affronto alla grave situazione di disagio di povertà che vivono le nostre comunità, al punto che il Governatore si permette persino di fare una lezione alle opposizioni sulla comunicazione politica perché non insistano sulla povertà che – dice proprio lui che ha una comunicazione istituzionale “perfetta” – non ha prodotti risultati. Francamente mi interessa poco verificare se i dati della Svimez sono più positivi dell’Istat in un’analisi tutta statistica o privilegiare quelli di Eurostat che danno più ottimismo nelle imprese. Registro solo che per la Giunta Regionale l’unica risposta alla povertà è quella di confermare il finanziamento al COPES e l’assegno di cura, cioè continuare nell’elemosina. Disconoscere ipocritamente la realtà di forte disagio sociale pur di far passare scelte impopolari è ancora una volta il segno di un governo regionale che ha un solo alibi: i tagli dovuti alla manovra del Governo nazionale. Un alibi però che non consente manovre demagogiche. I lucani sanno benissimo che la situazione socio-economica della Basilicata è sull’orlo del fallimento totale.