Masseria Boncuri, dopo la politica delle parole arriva lo sgombero
Il percorso di sgombero del campo di Masseria Boncuri, campo di accoglienza finanziato da Regione Puglia, Provincia di Lecce e il Comune di Nardò fino al 31 agosto per ospitare i migranti-lavoratori, è partito già ieri con i primi smantellamenti di alcune tende. Nel frattempo molti braccianti, ospitati in questo campo, si sono spostati già verso Foggia con la stessa spada di Damocle pronta ad accoglierli: il caporalato. All’interno del Campo della Masseria Boncuri si respira un’atmosfera di stanchezza, ma non di rassegnazione da parte, in particolare, dei volontari delle Brigate di Solidarietà e Finis Terrae, stremati da quattro mesi di totale supporto ai migranti e, allo stesso tempo, di totale isolamento e silenzio da parte delle istituzioni.
La richiesta del presidio che si è tenuto questa mattina è stata quella di evitare l’immediato sgombero e di permettere la fine del lavoro ai braccianti, che devono ancora essere pagati dai caporali, in modo da non aggravare ulteriormente le loro già complesse condizioni di vita.
Le aziende che impiegano i braccianti della Masseria Boncuri sono colpevoli di un generale disinteresse per le condizioni di lavoro e abitative dei “loro” occupati, e risultano essere interessate unicamente all’accrescimento dei propri profitti.
A questo si aggiunge l’incapacità politica ed istituzionale di affrontare alla radice il problema dello sfruttamento dei migranti da parte delle aziende, che tacitamente acconsento al meccanismo del caporalato per avere manodopera a basso costo. Risulta quanto meno strano come Regione, Provincia e Comune negli ultimi due anni si siano interessati a costruire un campo di accoglienza per i migranti-braccianti, ma non si siano mai posti il problema delle condizioni lavorative nelle quali erano costrette a lavorare queste persone.
Lo sciopero portato avanti dai migranti è stato definito, dalle stesse istituzioni, coraggioso e rivoluzionario per il territorio salentino, e ha portato alla ribalta dell’opinione pubblica la realtà del caporalato. Ora dobbiamo interrogarci su cosa rimarrà di questo sciopero, se le belle parole del momento e la polvere sui materassi di Masseria Boncuri, o la consapevolezza di vivere in un territorio che si deve porre come avanguardia nelle politiche di contrasto al lavoro nero.
Come studenti e studentesse del territorio salentino e pugliese siamo stanchi delle belle parole che ci vengono raccontate ogni giorno, per questo continueremo a porre domande scomode, affinché le risposte ai problemi siano reali.
Unione degli Universitari Lecce
Unione degli Studenti Provincia di Lecce
Rete della Conoscenza Puglia (LINK – coordinamento universitario e Unione degli Studenti PUGLIA)