Mostra dell’Eni a Brindisi
Approda domani a Brindisi la mostra “Il cane a sei zampe”, dopo aver toccato, dal 2009 ad oggi, sedi prestigiose, come il Parlamento Europeo, Bruxelles, la Pinacoteca ‘Agnelli’ a Torino, il ‘Vittoriano’ di Roma, il museo ‘Correr’ a Venezia, il palazzo ducale di Mantova, l’Archivio di Stato di Firenze, e Milano, Ravenna, Stresa e San Donato Milanese. La mostra è visitabile dal pubblico da oggi sino al 30 settembre prossimo. Inaugurata ieri sera nell’ex Convento delle Scuole pie (centro storico cittadino a due passi dalla cattedrale), la mostra scandisce i capitoli della storia economica italiana degli ultimi sessant’anni, proposti da un’angolatura particolare ed autorevole affinchè ciascuno possa leggere il percorso della società e dell’economia italiana attraverso l’evoluzione di Eni, dall’originaria ‘oil company’ all’attuale ‘energy company’. La mostra, illustrata da Lucia Nardi, responsabile delle Iniziative culturali di Eni, è stata inaugurata alla presenza del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, del commissario straordinario prefetto Bruno Pezzuto, dell’ex sindaco di Brindisi, Domenico Mennitti, dell’amministatore delegato di Enipower, Giovanni Milani, del direttore del personale di Polimeri Europa, Fabrizio Bellini.
“Enrico Mattei diceva che il petrolio è di quelle popolazioni che abitano sui territorio nei quali noi lo abbiamo trovato – ha detto Giovanni Milani – Sembrava un’eresia quando questa frase fu pronunciata, invece rappresenta l’attualità di un impegno, che passa anche attraverso questa mostra che, tra l’altro, rappresenta un modello di impresa, che intende consolidare il proprio rapporto col territorio, al quale vuole offrire un contributo non solo per la crescita economica ed occupazionale, ma anche per il progresso culturale. Insomma Brindisi non rappresenta solo uno dei migliori stabilimenti che abbiamo, ma un’occasione di crescita del territorio sotto ogni aspetto”.
La Eni, attraverso la mostra, aprendo il proprio archivio storico e chiedendo il contributo a collezionisti privati, è riuscita a narrare sè stessa attraverso immagini e documenti che testimoniano i passaggi epocali della nostra storia. Segue poi la ricostruzione postbellica e il boom economico degli inizi anni ’60. “Una mostra che farà da battistrada ad altre iniziative, che intendiamo sviluppare dal mese di ottobre – ha detto Fabrizio Bellini – quando con ‘fabbriche aperte’, ogni cittadino di questo territorio potrà verificare come si opera nelle nostre aziende”. Grazie alle nuove tecnologie, ha aggiunto, “questo stabilimento è tra i migliori che abbiamo”.