Presentato Agrival, un progetto per le aree agricole ad alto valore naturalistico
Tutela dell’ambiente vuol dire anche sviluppo sostenibile. E l’agricoltura può essere il vettore di un’economia capace di conservare territori e saperi e, nello stesso tempo, produrre ricchezza. Questo, in sintesi, il tema del convegno, svoltosi oggi a Villa d’Agri, su “Osservatorio Ambientale della Val d’Agri tra Agricoltura, Natura, Industria e Cultura dei Luoghi”, organizzato dalla Regione Basilicata in collaborazione con l’Osservatorio Ambientale, il Parco della Val d’Agri e l’Enea.
Il convegno è stato l’occasione per presentare al pubblico il progetto “Agrival” predisposto dall’Enea, che punta ad individuare le aree agricole ad alto valore naturalistico. In Basilicata il progetto si concentrerà sui comuni appartenenti al Parco nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese. In questo contesto, l’Osservatorio della Val d’Agri risponde alla mission, già annunciata a marzo al momento della sua inaugurazione, di partecipare a studi e progetti basati sui principi della conservazione della biodiversità.
Ed è proprio il ruolo di raccordo funzionale tra ecosistemi e tecno-sistemi, che l’agricoltura assolve da anni, il cuore della discussione, soprattutto in un contesto come quello odierno dove gli equilibri sono stati interrotti dalle economie globali e appare necessario ripristinare e valorizzare i sistemi agro ambientali ad elevata biodiversità e capaci di adattarsi al variare delle condizioni esterne.
Agrival si lega e si fonde con il progetto Rete Natura 2000, ossatura e cardine della conservazione della biodiversità, che è stato oggetto di una specifica sessione del convegno incentrata sulla “Pianificazione dello Sviluppo Sostenibile”.
La Regione Basilicata, detentrice di un rilevante patrimonio ambientale, agricolo, culturale, può essere oggi sul panorama nazionale un importante “laboratorio” per testare e praticare il “cambiamento” che l’Europa intravede nella convergenza delle politiche agricole e ambientali.
E’ proprio nella vitale contaminazione tra la produzione agricola e la conservazione dell’ambiente che si possono intravedere i nuovi obiettivi strategici del cambiamento. Modifiche che potranno avere luogo solo in un ambiente consapevole e a conoscenza del valore di quanto lo circonda.
“La Basilicata – ha commentato l’assessore all’Ambiente, Agatino Mancusi – può sicuramente giocare la carta dello sviluppo basato su un utilizzo rispettoso dell’ambiente. Le azioni che il Dipartimento sta mettendo in campo sono dirette al controllo dei punti di criticità emersi e all’implementazione di buone pratiche che incentivino la consapevolezza delle opportunità offerte dal territorio.
In Val d’Agri l’Osservatorio ambientale si sta avviando a diventare un punto di riferimento per rafforzare le funzioni di controllo e monitoraggio, con il forte coinvolgimento delle istituzioni locali e la realizzazione di strumentazioni di governance ambientale. In questo contesto si inserisce il progetto Agrival, un programma innovativo che si avvale di alte consulenze scientifiche per incrementare le produzioni agricole in territori a grande valenza naturalistica, dove le attività antropiche sono volte anche alla conservazione e alla tutela dell’ambiente”.
“Incrementare la produttività inquinando meno, preservare il potenziale agricolo e al tempo stesso incentivare la lotta al cambiamento climatico, la salvaguardia ambientale e il risparmio idrico”. E’ per l’assessore all’Agricoltura, Vilma Mazzocco “la sfida che l’agricoltura avrà di fronte nei prossimi anni”. “L’agricoltura – ha detto – può offrire un valido contributo in termini di risposte efficaci alle nuove sfide e responsabilità globali, rispetto alla quali gli investimenti nella ricerca, nell’innovazione sostenibile, nella diffusione della conoscenza, così come adeguati livelli di incentivi per favorire l’accesso a innovazioni organizzative e di processo, rappresentano un contributo significativo”. “L’agricoltura è l’ambiente – conclude la Mazzocco. Le decisioni che si assumono a livello internazionale, nazionale e regionale devono tenere conto del ruolo e dell’azione positiva dell’attività agricola sull’ecosistema. In tale senso, Rete Natura 2000 rappresenta lo spazio dove è possibile pensare ad un nuovo modello di sviluppo, più consapevole e più responsabile, basato sulla necessaria contaminazione tra produzione agricola e conservazione dell’ambiente”.