Le Ferrovie dello Stato abbandonano definitivamente il Sud
“A partire dal cambio di orario del prossimo 11 dicembre oltre trenta collegamenti ferroviari dalle regioni meridionali verso il Nord e viceversa saranno soppressi, con pesanti ricadute sul diritto alla mobilità di oltre un milione di cittadini e la completa marginalizzazione delle comunità del Mezzogiorno”. Lo denunciano i segretari regionali della Fit-Cisl di Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, Carlo Costa, Angelo Finizio, Pietro Vasco, Annibale Fiorenza e Amedeo Benigno, che annunciano la convocazione di una manifestazione nazionale di protesta per il 13 dicembre davanti a Palazzo Chigi. “I pochi collegamenti rimasti saranno attestati a Roma per la dorsale tirrenica e a Bologna per la dorsale adriatica, con cambio treno obbligatorio per chi è diretto oltre le suddette località, come Milano o Torino. Le azioni messe in atto in modo piratesco dall’ad Moretti, con buona pace della tanto sbandierata italianità delle Fs, determineranno – secondo i dirigenti della Fit-Cisl – gravi disagi ai viaggiatori e forti riduzioni dei livelli occupazionali nel gruppo Ferrovie dello Stato, a cominciare dalla chiusura dello stabilimento motori di San Nicola di Melfi (PZ), e nel relativo indotto con il licenziamento annunciato di oltre 600 addetti per la scorta nottura e le pulizie dal prossimo 12 dicembre”.