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Trasporti, no all’aumento delle tariffe

“Dopo la stangata del governo Monti, che determinerà una forte perdita del potere d’acquisto dei salari nel 2012, anche il governo regionale di Basilicata ha operato una mini stangata con l’aumento delle tariffe per il trasporto nei servizi pubblici essenziali dal 1 gennaio che peserà ancora una volta sugli studenti e sui lavoratori pendolari”. A sostenerlo è il segretario regionale della Fit Cisl, Leonardo Pace, secondo cui “non è comprensibile come in un momento così difficile si possano aumentare i costi dei servizi pubblici essenziali. Un aumento che non trova alcuna giustificazione in ragione della immutata qualità del servizio, dello stato di anzianità dei mezzi e della mancanza di un sistema di bigliettazione automatica che dia trasparenza alla gestione del danaro pubblico”.

“Nelle riunioni dell’osservatorio regionale sulla Mobilità – continua Pace – la Cisl ha evidenziato la scelta irrazionale di aumentare le tariffe in un momento assai difficile per l’economia, decisione che taluni hanno giustificato con il fatto che le altre Regioni avevano attuato aumenti ben più consistenti rispetto alla Basilicata. La Cisl prima e la Fit poi hanno da sempre sostenuto che gli aumenti tariffari dei vettori presenti sul territorio dovevano essere legati a progetti di miglioramento del servizio e accompagnati da un sistema di controllo dei flussi dei viaggiatori, soluzione che avrebbe dato sì senso alle misure. Così facendo, invece, la Regione assicurerà solo lauti guadagni alle aziende che gestiscono il settore, a partire da Cotrab, Fal e Trenitalia, nonostante le evidenti disfunzioni che queste tre aziende hanno determinato nei trasporti della regione negli ultimi anni”.

Per il segretario regionale della Fit Cisl “è il caso di fare un’ulteriore riflessione sulla improvvida decisione di aumentare le tariffe del trasporto pubblico che di fatto si sta già scaricando sui cittadini contribuenti, già fortemente provati dall’aumento delle tasse, senza che vi sia un tangibile progetto di rilancio del settore che continua a drenare risorse ma solo per garantire il benessere di pochi”.

 

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