BasilicataCultura

L’associazione Ce.C.A.M. porta in scena a Marconia una commedia in vernacolo pisticcese

“Uagnarè…agghjj avut’ u’ puntantiffe!” è il titolo della commedia in vernacolo pisticcese di Pietro Martino e che l’associazione culturale Ce.C.A.M. ha messo in scena sabato sera presso l’ Auditorium dell’ Itas di Marconia. Una nuova fatica dopo il successo di “E’ tutta colp’ d’ l’ c’cerchje”. Auditorium pieno in ogni ordine di posto a bissare il successo di pubblico.

L’ opera, adattata da Grazia Giannace, Stella Zambrella e Maria Risimini, è ambientata negli anni 50 a Pisticci. Una tipica famiglia contadina, padre, madre e due figlie, alle prese con i problemi della vita quotidiana, ha da affrontare il matrimonio della primogenita.

Nove gli interpreti: Rosantonia (Stella Zambrella), moglie di Giovanni (Anio Viggiani) e madre di Carmela (Maria Angelone) ed Antonietta (Maria Risimini). Nicola, il pretendente di Carmela è interpretato da Franco Reho, con Maria Grazia Giorgini nel ruolo della madre Elisabetta e Maria Lauria come Filomena, la nonna materna. Completano la scena due sorelle, Maria e Teresina, confidenti della protagonista Carmela ed interpretate rispettivamente da Rossella Risimini e Marianna Zambrella.

La storia ruota intorno a Carmela che attende in casa Nicola per lo scambio di convenevoli che suggellerà il matrimonio. E’ il periodo delle feste patronali di San Rocco e la casa è messa a nuovo per l’ occasione. Il padre ce la mette tutta per impedire il matrimonio, vista anche la poca “dote” del pretendente. Ma sulla scena arriva la nonna del fidanzato Nicola che offre il suo puntantiffe (pendente) alla promessa sposa del nipote.

“Si tratta di una storia vera, ma i nomi sono di fantasia – ci dice Pietro Martino, l’ autore della commedia – . E’ una vicenda raccontatami da mia sorella e che racconta di un matrimonio impedito, poi conclusasi positivamente. Il nostro fare teatro in vernacolo pisticcese è innanzitutto per noi dell’ associazione occasione saldare i legami sociali e poi nello stesso tempo possibilità di riagganciarci alle tradizioni popolari della nostra terra”.

Angelo D’Onofrio

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *