Allarme esuberi in Poste Italiane
Il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, esprime forte preoccupazione per i tagli al personale che si annunciano in Basilicata, tra le prime regioni a livello nazionale, insieme a Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna e Marche, a sperimentare il nuovo colpo di scure dell’ad Massimo Sarmi. Si parla in totale di 8 mila posti di lavoro in meno. In Basilicata i posti a rischio nel servizio recapiti, fa sapere la Slp Cisl, ammontano ad una ottantina, tutti a tempo indeterminato. Non si è fatto attendere l’alt del sindacato.
Per Falotico “è paradossale che nello stesso giorno in cui Poste Italiane annuncia urbe et orbi di essere la prima azienda al mondo del settore per redditività si torni a parlare di esuberi e tagli al personale. Solo qualche giorno fa il blocco del sistema informatico ha evidenziato ancora una volta che Poste Italiane non è solo l’azienda che macina ricavi e utili con un portafoglio prodotti sempre più articolato e concorrenziale rispetto alle banche. L’altra faccia delle medaglia è quella dei disservizi continui, dei tagli ai servizi nei territori periferici e dei disagi provocati agli utenti e agli stessi lavoratori”.
“Aver trasformato gli uffici postali in supermarket – aggiunge Falotico – avrà i suoi vantaggi nel breve periodo in termini di ricavi e redditività, ma rischia nel medio-lungo periodo di snaturare la mission principale di Poste Italiane. Serve chiarezza sul futuro dei servizi universali e serve una più marcata separazione tra servizio postale e servizi finanziari”, è l’invito che Falotico lancia al management di Poste.
Per il segretario della Slp Cisl regionale, Antonello Giuzio, “non si comprende per qualche motivo Poste Italiane abbia deciso di far cadere la scure dei tagli proprio sulla Basilicata se è vero che, come dichiarato dagli stessi vertici di Poste Italiane, nel compartimento Alt Sud 1 è la Puglia l’unica regione a denunciare esuberi di personale. Intervenire con ulteriori tagli sul servizio di consegna della corrispondenza – conclude Giuzio – non farà che aumentare i disservizi e peggiorare la qualità del servizio ai cittadini, soprattutto nei piccoli centri dove la presenza di Poste Italiane è già ridotta al minimo”.