Matera, al via un progetto sul riciclo dei rifiuti e sul riutilizzo degli oggetti scartati
La facoltà di Architettura della sede di Matera dell’Università di Basilicata e la scuola primaria “Padre Minozzi” di Matera hanno dato vita a un interessante progetto sul riciclo dei rifiuti e, in particolare, sul riutilizzo degli oggetti scartati. L’idea è nata dalla visita, da parte degli alunni delle classi IV A e IV B della scuola primaria “Padre Minozzi”, alla mostra “EX.0_Cambiamenti di stato” a Palazzo Lanfranchi, a cavallo tra febbraio e marzo, promossa dalla facoltà di Architettura, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici Etnoantropologici della Basilicata e del Comune di Matera. La mostra, curata dalla soprintendente Marta Ragozzino e da Ina Macaione, dell’Università di Basilicata, illustrava un’esercitazione degli studenti di II e IV anno del Corso di laurea in Architettura, denominata “Zero”, nell’ambito di un laboratorio di progettazione degli insegnamenti di Architettura e Composizione architettonica, coordinati dai professori Luca Lanini e Ina Macaione. L’idea, suggerita da un’analoga esperienza diretta da Manuel Graça Dias dell’Università di Évora (Portogallo), ruotava attorno alla convinzione che un nuovo spazio architettonico possa generarsi anche a partire da un oggetto qualsiasi, scartato dal ciclo della produzione e del consumo, con un semplice cambio di prospettiva. “Il progetto con la nostra scuola primaria – ci ha spiegato la maestra Carmela Piraino che, insieme alle colleghe Flora Domenichiello e Anna Carissimo, lo ha realizzato – è nato da un invito degli studenti di Architettura, attraverso il genitore di un alunno, a visitare la mostra che si era tenuta a Palazzo Lanfranchi. La mostra era piaciuta tanto che poi gli alunni della scuola primaria hanno voluto imitare gli studenti universitari”. Il progetto si è svolto in orario curriculare nel salone di Palazzo Lanfranchi, dove si sono svolti due incontri con gli studenti universitari Roberto Blasi, Riccardo Dirella, Valentina Margiotta, Roberto Pedone, Francesco Ricchiuti, Dalila Taddeo e Margherita Tricarico. Gli alunni hanno portato degli oggetti comuni che hanno trovato o si sono fatti avere e li hanno prima disegnati e poi i giovani universitari li hanno fotografati. Successivamente, intorno alle immagini, gli alunni della scuola primaria hanno realizzato i disegni delle ambientazioni di questi oggetti, che rappresentano dei mondi riproposti e hanno scritto dei testi per esprimere le loro impressioni. I disegni e gli elaborati prodotti durante questi incontri, sono stati oggetto della mostra nell’atrio della facoltà, curata dagli studenti universitari, che si è aperta lunedì 28 maggio, alle ore 16.30, con il titolo di “EX.0.1_Cambiamenti di stato” e che rimarrà aperta fino al 4 giugno. “Un’iniziativa bellissima – ci ha detto il preside della facoltà Armando Sichenze – perché è un incontro: è l’università che cerca di dire anche alle scuole di incontrarsi, di diventare dei luoghi di produzione della cultura, perché la cultura è qualcosa che si produce e si produce socialmente quando si creano delle occasioni di discussione, d’immaginazione e di critica”. Ina Macaione, poi, ha aggiunto che “la facoltà di Architettura di Matera sta cercando di far capire anche agli alunni della scuola primaria che il rifiuto può essere utilizzato a nuova vita e il messaggio è passato sia ai bambini, sia agli adulti. La speranza è di coinvolgere sempre più bambini e ragazzi”. Anche la soprintendente Marta Ragozzino, che ha fatto da madrina a questa mostra degli alunni della scuola primaria “Padre Minozzi”, ci ha parlato con entusiasmo dell’iniziativa in cui, ha detto, “gli studenti artefici della mostra sono riusciti a far passare i contenuti, le forme e lo spirito del messaggio a questi bambini piccoli, che sono venuti a Palazzo Lanfranchi a visitare la mostra con le loro maestre, sono riusciti a ripensarla, facendola veramente loro e che l’hanno vissuta con grande partecipazione e genialità espressiva”.
Vito Sacco